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MA LE TASSE SONO DI DESTRA O DI SINISTRA?
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Editoriale 
15 febbraio 2002 0:00
 
Pare che nel manuale Cencelli della politica, ci sia scritto che i Governi di destra diminuiscono le tasse deresponsabilizzando lo Stato in alcune sue funzioni assistenziali, mentre quelli di sinistra aumentano le tasse in virtu' di una maggiore assistenza dello Stato. E quindi gli elettori si orientano a votare rispetto alla loro fiducia in questo o in quell'altro sistema di rapportare i cittadini all'Amministrazione.
Possiamo dire che questo manuale sia applicato anche in Italia? In diversi ce lo vogliono far credere, ma noi, tra una garanzia non applicata, un sudicio treno che non parte, una Ici fatta pagare due volte e le esose bollette di qualche servizio che non tornano, abbiamo sviluppato delle antenne cosi' sensibili, che siamo in grado di penetrare nei piu' reconditi interstizi dei significati dell'economia politica e -mano sul fuoco- siamo in grado di dire che, per il nostro amministratore medio, Cencelli sarebbe stato un lusso.
I soldi che il contribuente, il consumatore, l'utente, il viaggiatore, insomma il suddito italico versa allo Stato per i suoi servizi, aumentavano ai tempi della sinistra e aumentano ai tempi della destra. E siccome a noi destra o sinistra fa poco effetto, perche' guardiamo solo alla radice delle questioni, non possiamo che registrare questa situazione.
Ma con una novita'. Puramente linguistica.
C'e' un problema che si era fatto finta di ignorare, augurandosi che non sarebbe emerso piu' di tanto, ma che e' esploso? Mucca pazza, per esempio? Siccome i ministri non sanno che fare, pensano che con piu' soldi potrebbero fare meglio, ma non potendo dire che istituiscono una tassa, ecco che compare il ticket. Magico scontrino immaginario usa e getta per uno specifico servizio di cui, abitualmente, se ne potrebbe fare a meno? Dopo il suo ingresso trionfale e pesante nella Sanita', ormai abbiamo capito: e' solo un cambio di nome. Ve l'immaginate un ticket per avere la certezza della salubrita' delle carni che mangiamo, o un ticket per pagare quei servizi in piu' che dovrebbero rendere i nostri aeroporti piu' sicuri (dopo un po' di incidenti mortali e, giorno che vai, collisione mancata che trovi)? A quando il ticket per la sicurezza su strade concepite per mille auto e usate da un milione di altrettante auto? E' come se ci dicessero che l'obolo che versiamo con la denuncia dei redditi annuali, si chiama ticket. A quando la trasformazione dell'Iva (Imposta sul valore aggiunto) in Tva (Ticket di valore aggiunto)?
Altro che Cencelli. Qui siamo nell'iperuranio. E non aspettando "unti dal signore", "baffoni", "Godot o Moretti che sia", siamo qui a denunciare la situazione e a chiedere forza per agevolare un trasferimento dei problemi, dalla tragicita' della commedia al quotidiano razionale.
(Vincenzo Donvito)

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