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Paura del domani. Capirla, gestirla, andare oltre
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Editoriale di Redazione
4 ottobre 2021 15:07
 
Serpeggiano ovunque paure sconosciute, come quelle di quando c’erano guerre dentro casa e non solo lontane. Paure che le conseguenze della pandemia hanno risvegliato. E siamo stati riportati ad una realtà che non può essere solo quella del nostro quartiere, della nostra città, della nostra nazione, della nostra Europa. Ma planetaria.

La paura principale è quella, in tutto il mondo, della dipendenza da alcune aree del Pianeta che credevamo lontane e, soprattutto, gestibili coi nostri modelli di cosiddetto capitalismo liberale. Cina soprattutto. Sono in crisi modelli produttivi che ci sembravano duraturi, logicamente e logisticamente perfetti.

Ci riferiamo a tecnologie e materie prime senza le quali diventa difficile/impossibile produrre veicoli, computer, telefonini, tv, elettrodomestici, tutti beni di consumo che siamo abituati a trovare sul mercato con facilità e, spesso, sempre più economici. Un esempio: se si prenota l’iPhone 13 del gigante Apple, è impossibile sapere quando arriverà.
Forse in Europa qualcosa si muove con l’accordo Stellantis-Mercedes per la produzione di batterie, ma è tutto da vedere e, comunque, si paga un ritardo gigantesco che ha sottovalutato il primato, soprattutto cinese, su questo mercato.

Nella nostra economia stiamo navigando a vista. Si pensi al turismo… sembrava in ripresa dopo quest’estate, ma ora sono ricomparsi i problemi che l’avevano fatto sparire. La variante Delta del covid più grave di quanto sembrava, il caos dell’applicazione delle misure restrittive, alimentano preoccupazione sulla fine del contagio.

Cosa succede con le energie rinnovabili e i tanti stili di vita foraggiati in questi ultimi decenni e che ora possono diventare ostacoli quotidiani? Petrolio e gas alle stelle, con quest’ultimo materia prima di molte centrali elettriche, ché le alternative sono ancora in alto mare. Mentre il governo interviene limitatamente e temporaneamente per alleviare gli aumenti dei prezzi al consumo ma “dimenticando” la benzina.

Una fotografia della realtà, dei sentimenti, dei pensieri, delle riflessioni, che può servire a meglio comprendere e gestire queste difficoltà. Una fotografia che dovrebbe/potrebbe servire soprattutto ai decisori istituzionali.
 
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