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SICUREZZA STRADALE: FARE, DISFARE E RIFARE. ALTRIMENTI SI E' COMPLICI DELLA GUERRA QUOTIDIANA
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Editoriale 
15 agosto 2001 0:00
 
Ogni week-end e' scandito dal numero dei morti e feriti, nonche' dagli incidenti che insanguinano le strade, che, sembra, siano ben controllate dagli addetti al servizio. Allora, cosa c'e' che non va? La velocita' elevata con cui le automobili continuano a sfrecciare, nonostante pattuglie, autovelox, cartelli e inviti martellanti alla prudenza? Sembra di no, perche' i bollettini settimanali che fanno la conta delle vittime, ci dicono che tra le principali motivazioni c'e' la perdita di controllo del mezzo da parte del conducente ..... che sta diventano un ritornello come la maggiorparte delle cartelle cliniche dei morti, quando come causa del recesso ci dicono che e' per arresto cardiaco.
Ci viene un dubbio: non e' che ci stiamo abituando ai morti dei week-end (sul livello 50-70 per ognuno), e cominciamo a considerarli come il prezzo da pagare? Quasi come quando si va in guerra .... e che guerra sarebbe senza i suoi buoni morti? Qualcuno ha notato, al di la' della specifica notizia nel momento altrettanto specifico, se queste stragi trovano spazio nei momenti di approfondimento, per cercare di meglio capire, confrontarsi, sperimentare, cosi' come avviene, per esempio, quando muore qualcuno in una manifestazione? Abbiamo l'impressione che le vittime per incidenti stradali siano come quelle dell'Aids: tutti li' ad aspettare che finiscano da sole, e intanto se ne parla sempre meno e, soprattutto, le politiche preventive per impedire che ci siano sfumano dagli impegni e dai buoni propositi di chi ci garantisce l'ordine pubblico e, soprattutto, da chi si candida e spesso governa la nostra quotidianita'.
Il problema e' sicuramente complesso, e coinvolge il modello di vita in generale, cosi' come i comportamenti individuali indotti e scelti, nonche' lo sviluppo tecnologico, il progresso e le strutture e infrastrutture su cui dovremmo far marciare la nostra comunita'. Ma il fatto che ogni attore di ogni tassello di questa complessita' non voglia pagare per altri, si sta trasformando nella filosofia dell'accettazione di quella guerra permanente che abbiamo detto. Bisogna far torto a qualcuno, altrimenti si restera' al palo, perche' l'armonia di questa complessita' non siamo in grado di raggiungerla. Quindi: meno autostrade o piu' autostrade, piu' strade ferrate o meno strade ferrate, piu' autostrade del mare o meno autostrade del mare, meno Fiat o piu' Fiat, piu' vigilini o meno vigilini. Fare, provare e disfare se non funziona, quindi rifare: questo e' cio' che occorre. Altrimenti si e' complici.
(Vincenzo Donvito)

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