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"Ultimo miglio mon amour": una bufala
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Editoriale 
15 dicembre 2001 0:00
 
E siamo arrivati al 2002 con l'ultimo miglio ancora nelle "mani" di Telecom. Cioe', il massimo settore in espansione della telefonia (leggi Internet) dove il mercato ancora non esiste, o se fa finta di esistere e' decisamente fiaccato e mortificato dal rapporto di sudditanza che ogni operatore e ogni consumatore deve avere nei confronti del gestore monopolista.
Da quando e' partita la cosiddetta liberallizazione dell'Umbundling of the local loop, le vittime di questa politica sono essenzialmente gli utenti del servizio, sempre piu' sudditi e non clienti per libera scelta. Con in testa quelli che, fidandosi di massicce campagne pubblicitarie (vedi Infostrada), si sono ritrovati con uno sforamento delle scadenze entro cui avrebbero dovuto usufruire di un solo operatore, pagando in pratica un doppio canone. Dal punto di vista legale, per il consumatore che ha un rapporto con questi provider, la situazione e' complessa, perche' si e' in presenza di contratti in cui ci si limita a garantire l'immediata possibilita' di utilizzo di entrambi i gestori, prevedendo di scegliere il gestore unico quando cio' sara' fattibile. Una contestazione per scindere questi contratti, quindi, e' difficile e fattibile solo in presenza di specifiche mancanze che, pur avendo origine da questa situazione ambigua, vanno valutate caso per caso. Un contesto in cui e' bene ricordare che ci si deve barcamenare tra informazioni imprecise e campagne pubblicitarie al limite del ritiro perche' ingannevoli, le mancanze del Garante delle Telecomunicazioni che sembra ostaggio di una Telecom specializzata nel creare difficolta' e appigli per ritardare il piu' possibile il passaggio definitivo. Che, quand'anche avverra', e' bene ricordare che l'affitto che i gestori non-Telecom dovranno pagare alla Telecom stessa per l'ultimo miglio del doppino di rame, e' di un importo superiore rispetto a quello che Telecom chiedera' ai suoi clienti diretti. Una prospettiva di fronte alla quale, anche il piu' ottimista, azzardoso e "americano" degli operatori, deve fare i conti partendo da un dato economico negativo rispetto ad suo concorrente che ha anche un pacchetto clienti che e' la totalita' di coloro che usano la telefonia fissa. Ci voleva tanto ad affidare la gestione della rete ad un'entita' "super partes"? Si', sembra proprio che ci volesse tanto, visto anche che, alla fine, il mercato della telefonia fissa, sara' nuovamente gestito dallo Stato sotto forma di duopolio: Telecom (dove lo Stato, pur azionista minoritario ha il potere di golden share) ed Enel (Wind, Infostrada) dove lo Stato e' azionista di maggioranza.
Sarebbe proprio il caso di apostrofare la situazione come "ultimo miglio mon amour", l'amore agognato di cui si sente un desiderio e una necessita' estrema, ma impossibile. E quand'anche sara' possibile, sara' una bufala.
(Vincenzo Donvito)

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