Stime Istat su fiducia consumatori e imprese, che vanno di pari passo verso il basso.
Un indice, che nei Paesi anglofoni viene indicato col termine più attinente di “confidence”, che dà il polso su opinioni, osservazioni e aspettative degli attori dell’economia, imprese e consumatori. Attori che, a differenza dei regimi e delle etiche che credono che gli Stati e le società si reggano su bontà e divino, sono quelli che determinano anche le nostre felicità.
Calo anche di un certo peso: da 95 a 92,7 per i consumatori, e da 93,2 a 91,5 per le imprese.
Prospettive grigie anche se siamo nella stagione - la primavera - che predispone al bello e al disponibile la mente, il corpo, la socialità e la curiosità.
Saranno i dazi degli zii d’America che vogliono recidere i reciproci rapporti di parentela (anche se non sono ancora tangibili); saranno le incertezze che ci arrivano da Bruxelles, nel ciclone per capire come diventare grande (nel senso di trasformarsi rispetto allo stato larvale da cui ha difficoltà a diventare farfalla), autonoma e prendere atto di poter essere punto di riferimento e sviluppo economico, e non solo Dante, Victor Hugo, Shakespeare, Picasso, Mozart, Goethe, van Gogh, etc.; …. sarà questo e altro… ma ci sentiamo con meno “confidence” verso chi ci governa, anche se tutti i giorni ci dicono che viviamo nel Paese del Bengodi, senza rendersi conto che “non siamo male”, ma non grazie a loro ma perché abbiamo comunque la nostra pellaccia e resistenza a tutto quanto la storia ci ha vomitato addosso in questi secoli.
I “freddi” dati dell’Istat ci stanno richiamando alla realtà. Dove, sì ci sono le overdose di patria (25 aprile) e religione (morte del papa) che ci siamo fatte in questi ultimi periodi ma, al netto di ogni nostro comportamento e giudizio individuale, dobbiamo fare i conti con un Italia che non cresce, un’Europa che va a stento, e un mondo che lancia messaggi che avevamo fatto finta non esistessero, e costruisce muri.
Questo, al 29 Aprile, come punto di partenza e d’azione. Prestarsi e sottomettersi al delirio, o tirare fuori il meglio di noi stessi, anche e soprattutto economicamente. To be or not to be!
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