testata ADUC
Autovelox Firenze. Escalation di una sovietica e apostolica arroganza
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Vincenzo Donvito
19 maggio 2012 17:58
 
Capitoli come quello di “Autovelox Firenze” riempiono i libri di storia da diverso tempo, ma in questi ultimi secoli l'apice di un determinato approccio del potere pubblico a comunicazione e informazione verso i propri amministrati, si e' avuto con il regime bolscevico dell'Unione Sovietica, intervallato nel secolo scorso tra la Russia zarista e quella post-Gorbaciov. Un metodo che, vista la potenza imperiale di questo regime, ha notevolmente influenzato i comportamenti e i metodi di molti di coloro che, in qualche modo, avevano visto in quell'impero un riferimento per le proprie politiche di riscatto degli oppressi.
In Italia questo metodo fu pienamente assimilato dal Partito Comunista Italiano (PCI), punto di riferimento maggioritario e determinante per gli oppressi tra il 1921 e il 1991, quando si sciolse cambiando nome... cambiando nome, per l'appunto, ma lasciando una lunga scia di cultura e -soprattutto- di metodo, che oggi continua ad influenzare gli amministratori di ogni parte politica.
Un metodo che -aspetto non secondario anche se apparentemente meno evidente perche' piu' radicato nella nostra crosta culturale e nel DNA- e' proprio della cultura cattolica apostolica romana, nei riti ecclesiali come in quelli di indicazioni di vita. Il metodo della doppia verita', del pentimento che tutto giustifica e tutto consente, anche se talvolta solo nel “mondo” dopo la vita terrena.
Il metodo e' quello di NEGARE L'EVIDENZA, in virtu' di una falsa evidenza di Stato che gioca alla bisogna di quest'ultimo. L'uso, cioe', di prove e informazioni artefatte, difficilmente contestabili perche':
- chi dovrebbe istituzionalmente farlo e' speculare a chi le ha create;
- chi riesce a farlo e' marginale rispetto alla potenza e all'informazione di chi le spaccia come vere;
- e a questi temerari che riescono a farlo, la possibilita' di arrivare a svelare questi falsi e' si' concessa (siamo in democrazia, no?), ma di fatto impedita per i tanti e onerosi ostacoli a vedersi riconosciute le ragioni.
Nella nostra comunita' civico-economica questo metodo e' diffuso in quasi tutti gli ambiti istituzionali, denunciato solo da sparute minoranze che non hanno implicazioni col potere e che ne evidenziano -con scarso successo quantitativo- le diverse applicazioni.
E veniamo al caso “Autovelox Firenze” e la sua escalation di sovietica e apostolica arroganza: fatti e circostanze che sono tragicamente da manuale.
Per chi volesse approfondire la vicenda, che va avanti da meta' del 2010, forniamo un link a tutto quanto pubblicato sul nostro web.
Ma per capire l'aggancio al metodo che abbiamo voluto denunciare/evidenziare con queste righe, e' sufficiente quanto accaduto nei giorni scorsi.
Sono due anni che invitiamo i multati dagli autovelox dei viali fiorentini a fare ricorso al giudice di pace. Abbiamo evidenziato l'illiceita' di queste installazioni messe piu' per far cassa che per svolgere azione preventiva per la sicurezza stradale, vedendo riconosciute le nostre ragioni anche da sentenze di Corte di Cassazione, Corte Costituzionale nonche' perizie ufficiali dell'ufficio del giudice di pace di Firenze. E questi giudici accettano tutti i ricorsi in merito, con sporadiche eccezioni dovute essenzialmente a errori materiali/burocratici dei ricorrenti e ad un giudice (su un organico di venti dell'ufficio fiorentino) che, dopo un'iniziale comprensione delle ragioni, sembra abbia poi deciso di essere piu' realista del re.
E' dell'altro giorno la sentenza della Corte Costituzionale di cui sopra, occasione per la quale i media locali hanno dato notizia con rilievo, tranne quelli che hanno deciso di essere funzionali alle politiche dell'amministrazione comunale (qualunque esse siano); media, questi ultimi, che per fortuna dei cittadini, hanno complessivamente un audience/lettori meno della meta' di coloro che invece hanno svolto un servizio di informazione. Una situazione, quindi, che ha “costretto” l'Amministrazione ad intervenire per chiarire la propria posizione. E purtroppo -lo diciamo in virtu' del nostro essere sudditi di questa amministrazione- lo ha fatto nel peggiore dei modi, rispettando cioe' il metodo di cui sopra.
Il comunicato completo e' a questo link del web del Comune di Firenze.
Per completare il nostro discorso/denuncia, evidenziamo un passaggio di questo comunicato dove, dopo aver elencato quelle che sono le condizioni che il Codice della Strada (art.2 lettera D) indica per la liceita' delle installazioni degli autovelox nelle strade di una citta' (“carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, con almeno due corsie di marcia, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate e apposite aree per la sosta esterne alla carreggiata con immissioni ed uscite concentrate”), letteralmente riporta: “...Ma questa, sottolineano dalla direzione Avvocatura, è una questione ininfluente per quanto riguarda il Comune di Firenze. Gli autovelox che l’Aduc contesta sono infatti situati in tratti di strada che tali caratteristiche hanno, come verificabile da chiunque. ...”, e cita una sentenza del maggio 2010 che darebbe loro ragione.
Stendiamo un velo pietoso su questa sentenza. Vediamo perche'.Quand'anche fosse da prendere in considerazione, sarebbe una sulle migliaia di giudizio diverso espresse dai giudici fiorentini. Ma questo sarebbe comunque ininfluente perche' si tratta di una sentenza pronunciata a MAGGIO 2010, quindi riferita a infrazioni commesse in un periodo antecedente a quello su cui si fonda l'illiceita' che noi denunciamo, che e' stata messa in atto con la riaccensione degli autovelox di GIUGNO 2010 (dopo che erano stati spenti per alcuni mesi perche' in campagna elettorale l'attuale Sindaco Matteo Renzi sosteneva che non voleva vivere di multe... 51 milioni di euro di multe nel bilancio preventivo 2012...).
Ma aver individuato questa “contraddizione” non ci ha reso sereni e soddisfatti. Abbiamo immaginato gli avvocati della “direzione Avvocatura”, che hanno vergato il comunicato di cui sopra, mentre si davano martellate in testa, “facendosi” di strane sostanze che ravvivassero la loro creativita' perche' fosse sempre piu' al servizio della “bugia di Stato”. Ma eravamo sempre insoddisfatti e siamo stati assaliti da un dubbio, adusi come siamo a credere che nell'istituzione, anche se le apparenze possono far intendere il contrario, un fondo di verita' ci sia sempre, proprio perche', agendo per il bene pubblico e diffuso, probabilmente guardano le cose con occhio diverso da quello dell'amministrato. E memori di quanto hanno scritto (“Gli autovelox che l’Aduc contesta sono infatti situati in tratti di strada che tali caratteristiche hanno, come verificabile da chiunque”), ci siamo messi nei panni di questi “chiunque e siamo andati a fare l'ennesima verifica diretta... magari e' cambiata qualcosa e non ce ne siamo accorti....
NO!! E, per alcuni, ANCHE PEGGIO!! Non solo queste strade continuano a non avere le caratteristiche che il codice prevede per l'installazione degli autovelox automatici ma, complice la stagione piovosa, in alcune di queste strade macchinette e cartelli di preavviso sono sommersi e nascosti dalla vegetazione arborea, cresciuta perche' non curata, fino al livello di altezza umana. Un motivo in piu' per fare ricorso ed ottenere ragione? Molto probabile.
Ma restano due macigni: uno piccolo e l'altro grande.
Il piccolo e quello della non rispondenza strutturale delle strade ai dettami del codice della strada per installare questi autovelox automatici.
Il grande, che lo abbiamo anche sulle nostre spalle e ci fa tanto male, e' quello:
- degli avvocati di cui sopra;
- dell'Amministrazione che decide certe politiche e li paga coi nostri soldi (inclusi quelli delle multe);
- dei gravosi costi che i cittadini devono sostenere per vedersi riconosciute legittime ragioni;
- degli altrettanti gravosi costi della giustizia (e quindi ancora nostri soldi) chiamata in causa per pronunciarsi su ricorsi che dovrebbero/potrebbero non esistere se norme e leggi fossero rispettate anche dall'Amministrazione fiorentina;
- dell'Amministrazione che va avanti imperterrita perche' a fronte di 180.000 multe autovelox dell'anno scorso, i ricorsi sono stati 3.500... un buon motivo per continuare con la “bugia di Stato”;
- dei cittadini che scemano sempre piu' la loro fiducia nei confronti delle istituzioni e, con perseverante tenacia, “Mario Monti o non Mario Monti”e “Matteo Renzi e Matteo Renzi” continuano ad attrezzarsi per non essere fregati e fregare lo Stato.
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS