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Le contraddizioni dell'Unione Europea e quelle dei suoi Stati membri
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Articolo di Grazia Galli
2 aprile 2002 14:47
 
L'Unione europea ha approvato, e finanziato con 4 milioni di Euro, un progetto di ricerca in cui verranno usate cellule staminali di embrione umano. Lo scorso 21 marzo a Bruxelles un Comitato di esperti di bioetica ha dato il via libera a uno studio, su cui c'era gia' il parere favorevole del comitato scientifico, sul diabete insulino-dipendente che sara' condotto da ricercatori spagnoli, inglesi e tedeschi.
Ecco arrivata una bella patatona bollente a cui dovranno rispondere tutti coloro che chiamano in causa i trattati dell'Unione europea a sostegno delle loro iniziative per proibire la ricerca sugli embrioni. Se infatti la Gran Bretagna puo' solo andare orgogliosa della propria coerente capacita' di rispettare la liberta' degli individui, altrettanto non si puo' dire di Spagna e Germania, le cui leggi in materia di ricerca sugli embrioni e clonazione terapeutica, rispecchiano tutte le difficolta' di resistere alla tentazione dello "stato etico" in cui versa la classe politica dei due Paesi. Vero e' che le cellule embrionali usate in questo studio provengono da una delle linee registrate all'Nih e "autorizzate" dall'Amministrazione Bush, in quanto prodotte prima del 9 agosto 2001. Ma, a meno di non voler liquidare la questione con il solito "scurdammoce o passato", una risposta seria e definitiva per risolvere queste contraddizioni si impone.
Non c'e' dubbio che le proposizioni sulla protezione degli embrioni, contenute nella Convenzione di Oviedo (e relativo Protocollo aggiuntivo lasciano spazio ad ogni tipo di interpretazione. Di questa ambiguita' devono farsi carico non solo le istituzioni europee, ma anche, e soprattutto, i rappresentanti dei singoli Stati membri, i quali, nelle fasi di stesura e ratifica dei vari trattati, hanno evidentemente anteposto i propri interessi di bottega, alla realta' dei problemi e delle prospettive comunitarie. Il problema era gia' emerso lo scorso novembre, con la bocciatura, da parte del Parlamento europeo, della proposta di proibire clonazione terapeutica e ricerca sugli embrioni, presentata dal deputato italiano Publio Fiori. In sede comunitaria il problema e' stato poi "risolto" con molto pragmatismo dal Commissario per la ricerca Philippe Busquin, che, trovandosi a dover gestire il VI Programma Quadro (che prevede lo stanziamento di circa 28 milioni di Euro alla ricerca sulle cellule staminali) ha convocato un gruppo di esperti per stabilire le linee guida per l'assegnazione dei fondi. La risposta degli esperti e' stata chiara: la ricerca sulle staminali embrionali deve continuare.
Tocca ora ai singoli Stati decidere* se far parte dell'Europa significa assumersene in tutto e per tutto le responsabilita' politiche, o solo avere una "mucca da mungere" che si sfrutta alternativamente per ottenere finanziamenti o per lavarsi le mani dalle proprie incapacita' amministrative. Lo scorso gennaio il Parlamento tedesco ha approvato una legge sull'importazione di embrioni umani e derivati, che gli permette per un soffio di partecipare ai finanziamenti europei. Tuttavia, non sono pochi coloro che in Germania hanno protestato contro una legge che vieta di manipolare gli embrioni locali, ma permette di trarre profitto da quelli distrutti all'estero prima del 30 gennaio 2002. In Spagna, la ricerca sugli embrioni fino al 14mo giorno e' in teoria consentita, ma le contraddizioni normative di fatto non permettono di utilizzare gli embrioni avanzati dagli interventi di fecondazione assistita di cui almeno 5000 non piu' utilizzabili a scopi riproduttivi perche' congelati da piu' di 5 anni. Sono anni che il famoso ricercatore spagnolo, Bernart Soria dell'Universita' di San Juan, denuncia questa situazione paradossale, ma, ne' il premier spagnolo Jose' Maria Aznar, Presidente di turno dell'Unione Europea, ne' Octavi Quintana, recentemente nominato dalla Commissione europea alla Direzione del Comitato per la ricerca genomica, l'hanno degnato di una risposta. Ebbene, uno dei protagonisti del progetto finanziato dalla Ue sara' proprio il professor Soria. L'illustre scienziato spagnolo e' riuscito a curare il diabete insulino-dipendente indotto nei topi transgenici, trapiantando cellule delle isole di Langherans, precedentemente create da cellule staminali embrionali. Le cavie sono completamente guarite e il lavoro di Soria ha avuto ampio risalto sulla rivista Science.
E in Italia che si fa? Riusciranno i nostri legislatori a liberarsi dalle pastoie moralisticheggianti per trovare un momento da dedicare ai reali problemi dei malati e della ricerca nel nostro Paese?
Su questo condividiamo il pessimismo del Professor Demetrio Neri, uno dei membri del Comitato di esperti Ue che ha autorizzato il finanziamento del "progetto Soria". Come da noi piu' volte denunciato, anche il professor Neri ha puntato il dito contro la legge sulla fecondazione assistita, attualmente in discussione alla Camera. Contro le misure illiberali contenute in questo testo continueremo a batterci, in nome del diritto dei cittadini alla salute ed alla liberta' di gestire il proprio corpo, unendoci a tutti coloro che non vogliono scambiare lo Stato di diritto con lo Stato etico.
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