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Messico. Il rischio di cedere piu' poteri istituzionali alla Chiesa
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Articolo di Rosa a Marca
21 luglio 2007 0:00
 
Nelle ultime settimane, la gerarchia ecclesiastica ha aumentato il suo profilo mediatico esprimendosi su temi di forte impatto politico e sociale, come la depenalizzazione dell'aborto, l'eutanasia e le unioni omosessuali, oltre che sollecitare l'educazione religiosa nella scuola pubblica. Al punto che, nei prossimi giorni, un gruppo di avvocati cattolici presentera' in Parlamento una proposta di modifica di alcuni articoli della Costituzione. "La Costituzione ha riconosciuto la personalita' giuridica delle chiese, pero' ha impedito loro in quest'esperienza storica di partecipare alla politica", ricorda Lorenzo Cordova, esperto di diritto all'Universita' Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), parlando al Forum Estado Laico contra Libertad de Expresion. Per Cordova, "nel caso in cui un membro della Chiesa desideri partecipare alla politica, la cosa migliore e' che si ritiri dalla sua vocazione, abbandoni la sottana e partecipi come cittadino". Ha poi aggiunto: "Non si puo' condizionare l'educazione della scuola pubblica del paese, che per vari anni si e' mantenuta laica, libera e sovrana".
In Messico il novanta per cento della popolazione si dichiara cattolica, ma dal punto di vista costituzionale esiste separazione tra Stato e Chiesa. Dalla seconda meta' del XIX secolo, i gruppi liberali ottennero uno Stato laico, e la Costituzione del 1917 ha proibito ai religiosi d'interferire negli affari politici e di partecipare all'educazione pubblica. Per cambiare questo scenario, la Chiesa Cattolica ora vorrebbe modificare gli articoli 3, 24 e 130 della Costituzione. Il primo stabilisce che l'educazione statale e' laica e gratuita. Il secondo garantisce ai cittadini la liberta' di professare la fede religiosa che piu' gli aggrada. Il terzo fissa la separazione tra lo Stato e i culti, e precisa che questi hanno personalita' giuridica, ma come associazioni religiose i loro membri non possono svolgere incarichi pubblici. In quanto cittadini hanno diritto di voto, ma non a essere votati, non possono associarsi a fini politici ne' fare proselitismo a favore o contro candidati, partiti o associazioni politiche.
Ieri, dopo aver presentato le sue credenziali al presidente Felipe Calderon, l'ambasciatore del Vaticano in Messico, il francese Christophe Pierre, ha chiesto maggiori liberta' politiche e d'espressione per il clero. Sul fronte opposto, Hector Vasconcelos, ex membro della coalizione di sinistra Frente Amplio Progresista, respinge le istanze della Chiesa e sostiene che anziche' progredire si produrrebbe un arretramento di tre secoli. Vasconcelos, ex ambasciatore del Messico in Danimarca, sostiene che l'unico motivo per cui la Chiesa desidera avere piu' potere e' che ha perso fedeli. Inoltre sostiene che la gerarchia religiosa vuole sfruttare la mancanza di credibilita' dei governi e dei poteri politici per accreditarsi nel nuovo corso politico ed economico del paese. Con Cordoba e Vasconcelos, al Forum hanno partecipato anche la dirigente del partito di sinistra Alternativa, Patricia Mercado, e la ricercatrice e sociologa Maria Amparo Casar, le quali hanno convenuto che l'attivita' degli ecclesiastici debba avere carattere spirituale ed essere estraneo alla politica. Questi esperti hanno messo in guardia dal rischio che le cose cambino per la volonta' conservatrice del partito al governo, Partido Accion Nacional (PAN) del presidente Calderon.
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