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Nancy alla riscossa
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Articolo di Massimo Lensi
1 ottobre 2002 9:56
 
"Molto tempo e' stato gia' sprecato, molta gente che avrebbe potuto essere aiutata non sta ricevendo aiuto". Queste parole dell'ex first lady Nancy Reagan sono state interpretate a mo' di vera e propria critica per le scelte di George W. Bush sulle cellule staminali. Ma certe volte, si sa, l'apparenza inganna. Il 29 settembre il New York Times ha pubblicato l'attacco presidenziale in un lungo articolo nel quale si riporta la frase incriminata, precisando, pero', essere nient'altro che una confessione di Nancy affidata ad un amico molto vicino alla famiglia dell'ex presidente degli Stati Uniti. Un modo come un altro per smussare le asperita'. Da tempo infatti la battagliera Nancy, figlia di neurologi, lotta affinche' la ricerca scientifica goda di sufficienti fondi statali. Da otto anni Ronald Reagan e' affetto dal morbo di Alzheimer, una malattia che potrebbe essere forse curata grazie ai benefici di un trapianto di cellule staminali. Ma la ricerca deve ancora esprimersi, su questo come su tanti altri aspetti dell'utilizzo delle cellule staminali nella cura di alcune malattie neurodegenerative. E senza fondi, la ricerca non potra' andare avanti.

Dalla Casa Bianca nessun commento. Con molte approssimazioni gli organi di informazione ci hanno sempre riferito come la politica di Bush stia andando nella direzione opposta; una politica espressa nel taglio l'anno scorso dei fondi alla ricerca e nella condanna alla recente legge californiana che favorisce le ricerche sulle cellule staminali. Le lobby a favore lo hanno accusato in questi mesi di sottomissione ai gruppi cattolici. Informazioni in parte veritiere. In realta' va anche detto che l'amministrazione Bush e' stata la prima dopo quelle Reagan, Bush padre e Clinton a riaprire, pur con tutte le cautele di natura politica, i fondi per la ricerca sugli embrioni. Lo ha detto con chiarezza al Financial Times del 30 agosto 2002, uno dei leader della comunita' scientifica americana, Roger Pedersen, il quale, dopo venti anni di lotte con le varie amministrazioni, l'apertura di compromesso del presidente Bush di finanziare solo i progetti che utilizzino le linee di staminali esistenti gia' derivate al 9 agosto 2001, non e' comunque bastata. Pedersen ha preferito emigrare a Cambridge per continuare le sue indagini sulle cellule staminali embrionali. In un Paese, come la Gran Gretagna, che detiene il primato mondiale di liberta' di ricerca sugli embrioni.

L'America e' vicina alle elezioni di meta' mandato, e Bush deve anche risolvere numerosi problemi aperti sul tavolo, relativi principalmente alla tensione con l'Iraq di Saddam Hussein ed ha quindi necessita' di ottenere e mantenere un largo consenso attorno a se' per vincere la prossima scommessa elettorale. Da qui a stigmatizzare il comportamento della signora Reagan il passo e' stato breve. Di fronte ad una grave malattia in famiglia, e' stato detto, Nancy e' rimasta preda di legittime paure e sofferenze e ha perso la testa. Ha rivolto al presidente un appello, come hanno sottolineato in molti, a causa della disperazione per le condizioni di salute del marito piu' che da altre motivazioni. Non abbiamo nessun dubbio che l'impegno di Nancy sia legittimamente dovuto anche all'aggravarsi della malattia di Ronald Reagan. Tuttavia nutriamo qualche perplessita' per le accuse rivolte a Nancy di aver arrecato un inconsapevole danno all'amministrazione e di ingenuita', come se questa dichiarazione avesse causato chissa' quale macchia nell'immagine di Bush e del suo partito. Potrebbe essere invece una ottima, consapevole, forse anche studiata, strategia per modificare in parte la politica fin qui adottata dall'amministrazione Bush in tema di ricerca sulle cellule staminali embrionali. Un vero gioco delle parti, una opportuna scelta per salvare la faccia di burbero difensore dei "valori della vita" del presidente da un lato, grazie allo scudo Nancy Reagan la donna piu' amata dai conservatori americani, e dall'altro per ottenere i consensi di tutte le parti, scienziati e associazioni dei malati pro ricerca, che otterrebbero cosi' qualche ulteriore concessione, e fautori del blocco della ricerca sugli embrioni, che si sentirebbero coinvolti nella salvezza del presidente che conquisto' la Casa Bianca dopo otto anni di potere dei democratici. Anche se e' pur sempre vero, come recita un vecchio detto popolare, che: "Acqua che scende per due valli non porta mai al mare".

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