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Tutti i confini cadranno
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
23 gennaio 2003 21:22
 
Tessuti, non bambini: sullo stimolante futuro della clonazione di Ray Kurzweil

(Breve nota su Kurzweil. Autore del libro "Homo sapiens. Che cosa resta dell'uomo". Avendo diretto numerose commissioni tecnico-scientifiche, e' stato consulente di diversi Presidenti ed e' considerato un autorevole promotore di dibattito sulle conseguenze delle nuove scoperte. Molte delle sue tesi, spesso provocatorie, sono stati segnali di un mutamento di stati d'animo tra le élite scientifiche)

Ha concesso un interessante contributo al quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung", che l'ha pubblicato l'11 gennaio 2003 insieme a un articolo di segno opposto, firmato dal vescovo della Chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo Wolfgang Huber e intitolato "E' consentito all'uomo creare un uomo a propria immagine?

Riportiamo un'ampia sintesi dell'articolo di Ray Kurzweil La clonazione e' una tecnologia estremamente importante, non tanto per l'aspetto della riproduzione umana, quanto per la sua capacita' di ampliare le nostre prospettive di vita.
Partiamo dalla clonazione terapeutica.
E' quella tecnica che consente di produrre nuovi tessuti in sostituzione di altri malati o danneggiati e anche organi interi, evitando cosi' di dover intervenire chirurgicamente. Quest'opportunita' oggi e' gia' ben delineata.
Ma un'altra applicazione assai promettente e' il procedimento che opera solo con cellule somatiche, e dunque prescinde dalle cellule staminali embrionali. In questo caso si ottiene un nuovo tessuto con il Dna del paziente, trasformando, per esempio, una cellula della pelle in una cellula cardiaca. L'anno scorso questa frontiera e' stata aperta da scienziati statunitensi e norvegesi, i quali hanno trasformato cellule della pelle sia in cellule nervose sia del sistema immunitario.
Qual'e' la differenza tra una cellula della pelle e le altre aventi lo stesso Dna?
L'unica differenza sta nelle proteine, i cui segnali stiamo lentamente imparando a decifrare. Attraverso la manipolazione delle proteine si possono indurre le cellule di un determinato tipo a modificarsi in altre. Il perfezionamento di questa tecnica ci consentirebbe di superare i problemi etici e politici, e inoltre appare come la migliore soluzione da un punto di vista scientifico. Sostituire tessuti o organi con altri aventi lo stesso patrimonio genetico significa superare il problema del rigetto, ma ancora di piu', per l'individuo significa la possibilita' di ringiovanire.
Un altro aspetto affascinante della clonazione e' la moltiplicazione diretta di animali dotati dei migliori requisiti genetici. Un esempio convincente e' la riproduzione di animali attraverso embrioni contenenti geni estranei, capaci di produrre sostanze farmacologicamente efficaci. Gia' oggi si puo' ottenere dal latte di capre transgeniche un medicinale molto promettente nella cura del cancro, l'aaATIII.
Oppure pensiamo alla conservazione di specie in via di estinzione. Congelando le cellule di esemplari di una specie e' possibile evitare che questa scompaia per sempre. Di piu': si puo' far tornare in vita delle razze animali gia' scomparse. Alcuni ricercatori l'anno scorso hanno sintetizzato il Dna della tigre della Tasmania, estinta 65 anni fa, e ora sperano di risvegliarla a nuova vita.
Consideriamo anche un'altra opportunita': quella di disporre di carne senza dover piu' sfruttare gli animali. Come per la clonazione terapeutica, anche qui non si tratterebbe di duplicare l'intero animale, bensi' solo le parti che interessano. In teoria si potrebbero ottenere milioni di tonnellate di carne da un unico animale. E se e' vero che la fame nel mondo oggi dipende in larga parte da conflitti e problemi politici, l'enorme quantita' di carne ottenuta per questa via la renderebbe troppo conveniente per non immaginare ricadute importanti sull'approvvigionamento alimentare globale. Senza trascurare il fatto che la carne cosi' ottenuta farebbe risparmiare tanta sofferenza agli animali, considerati gli attuali sistemi di allevamento. Certo, per gli animalisti la soluzione migliore sarebbe che tutti ci convincessimo a diventare vegetariani. Ma e' un obiettivo poco realistico e forse nemmeno auspicabile per tutti da un punto di vista della salute, almeno stando ad alcuni studi recenti. Ad ogni modo, l'esempio della carne e' estensibile anche ad altri prodotti animali, come il cuoio o la pelliccia. Il tutto, evitando gli enormi danni ambientali legati all'allevamento.
Passando al capitolo della clonazione riproduttiva umana, posso dire che come tutte le persone eticamente responsabili, non credo che per il momento sia una pratica sostenibile. Non perche' rifiuti il concetto di manipolazione sull'uomo; semplicemente perche' ritengo che la tecnologia oggi disponibile non sia affidabile. Qualora, invece, si giungesse a perfezionare i procedimenti tecnici, credo proprio che le barriere etiche verrebbero meno.
Personalmente non condivido i complicati problemi di natura etica che molti si pongono, ne' mi sento coinvolto nella disputa tra favorevoli e contrari. Se la clonazione riproduttiva umana dovesse funzionare, non avremmo altro che dei gemelli genetici divisi tra loro da una o piu' generazioni. Tutto qui. Siamo ben lungi da una clonazione mentale, quella che presuppone di poter trasferire su un altro essere la personalita' intera di un individuo, la sua memoria, le sue facolta', la sua storia. Insomma, non esiste un problema filosofico di identita', poiche' i cloni genetici sarebbero certamente persone diverse, ancora piu' differenziate di due gemelli omozigoti.
Conclusione: se esaminiamo il concetto della clonazione nella sua globalita', dalla cellula all'organismo, ci accorgiamo delle potenti sinergie che essa puo' innescare con altre rivoluzioni, in biologia come nell'informatica. Se impareremo a conoscere il genoma dell'uomo e degli animali, e se riusciremo ad elaborare nuove tecniche per sfruttare le cognizioni genetiche, la clonazione ci dara' il modo di replicare animali, organi, cellule. E questo avra' conseguenze profonde sulla salute e il benessere non solo dell'uomo, ma anche dei nostri cugini animali.
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