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Ue: no ad auto inquinanti. Il suicidio dell’opposizione del governo italiano
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15 febbraio 2023 10:51
 
Il Parlamento europeo ha stabilito lo stop alla produzione di auto a motore termico dal 2035. Purtroppo è cominciata subito la forte contrarietà da parte degli esponenti del governo italiano: motivazioni varie, non ultima quella occupazione (1).

La stessa reazione registrata quando la Commissione industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo ha approvato la proposta di revisione della direttiva Ue sulla prestazione energetica degli edifici. E’ bene ricordare anche l’opposizione ad ipotesi di avvertenze sulle bottiglie di vino sui pericoli dell’eccesso di alcool a cui il governo ha risposto con agevolazioni alle produzioni di alcolici. Non ultimo l’ostracismo ad etichette alimentari europee di immediata comprensione salutistica.

Il messaggio del nostro governo è chiaro: tutto deve restare fermo, niente deve cambiare, visto che è stato consolidato il rapporto di scambio con le varie corporazioni: “la perfida Europa attacca il nostro perfetto stile di vita e di produzione, noi siamo i migliori al mondo”. 

Probabilmente siamo solo agli inizi, ne vedremo altre. Oggi le auto inquinanti. 

Un percorso scontato nel momento in cui l’Ue ha stabilito priorità all’ecologia (green deal) che, da qui al 2035 (fra 12 anni!) ha tempi anche molto lunghi perché ogni singolo Stato proceda alla conversione industriale, commerciale e dei consumi dei veicoli.
 
La situazione è grave e l’Italia si sta assumendo una delle maggiori responsabilità contro le modifiche. Dopo i rinvii dei blocchi alle produzioni fossili dovuti alla crisi di approvvigionamento del gas (per esempio, le priorità date all’installazione provvisoria di rigassificatori), è invece importante andare molto più spediti sul possibile, soprattutto quando le decisioni dipendono solo da volontà politiche interne all’Unione. Non si capisce, altrimenti, quali e quando dovrebbero esserci queste scelte ecologiche per bloccare il degrado ambientale che ogni giorni sopportiamo per le scelte sbagliate fatte fino ad oggi (con l’aggiunta di guerre e terremoti).

Quel che si capisce è che il governo non voglia vedere oltre il proprio naso, non investire sul futuro ma solo su un presente che possa garantirgli, ignorando (anche per ignoranza?) i costi altissimi da pagare, continuità di potere. 


1 -  filiere dell'automotive dove lavorano 250mila persone
 
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