Commissione Senato approva sconti fiscali per i birrifici. Nuova politica sanitaria?
È stato approvato dalle commissioni bilancio e affari costituzionali del senato il taglio delle accise sui birrifici nel 2023: 8,15 mln di euro per il 2023. Rimane in vigore lo sconto del 50% per i piccoli birrifici artigianali con produzione fino a 10 mila ettolitri, lo sconto al 30% per chi ne realizza 30 mila, ma anche quello del 20% per le imprese che arrivano a 60 mila ettolitri. Ridotta anche l’accisa a 2,97 euro per ettolitro.
Una decisione che va nella direzione più volte declamata in queste ultime settimane da quando, dopo che l'Ue ha approvato le etichette per il vino in Irlanda,
diversi esponenti di maggioranza e di opposizione hanno esternato la loro ferma opposizione a qualunque avvertenze sulle bottiglie contro gli eccessi di consumo (1). Un unisono che ha visto diversi politici elogiare il consumo di alcolici (vino) che farebbe bene alla salute. Gli stessi politici che tuonano contro
qualunque ipotesi di legalizzazione della cannabis (2), nascondendo a se stessi che siamo pieni di morti per alcool (vino incluso) a fronte di zero morti per cannabis.
In nome della produzione “made in Italy” si avvalla qualunque cosa, indipendentemente dalla sua salubrità. Non che consumare birra o vino sia di per sè malsano e, come per tutto, dipende dalla quantità, ma negare
le evidenze conclamate che l'alcol di per sè non è salutare al punto tale di incentivare produzione e consumi, è un’altra cosa.
La nuova politica sanitaria in nome del “made in Italy” appare alquanto problematica.
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