testata ADUC
Acqua privatizzata? Bufala! Benvenuti nel barocco sistema idrico, con poltrone per politici e rendite ai privati. Fuori lo Stato dalle aziende. Liberalizzazione
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
20 novembre 2009 14:03
 
 Assetati italiani, benvenuti nel barocco sistema idrico, attuale e futuro.  La cosiddetta privatizzazione dell'acqua approvata in Parlamento e' una bufala, gia' realta' in Toscana. Non c'e' privatizzazione e mercato, ma solo un misto di pubblico e privato, con meccanismi in cui la politica continuera' a far proliferare poltrone e i privati a introitare non profitti, ma rendite.
E' un modello che gli amministratori della Toscana hanno messo in pratica fin dal 1994, con controllore e controllato che coincidono, e dove i profitti per i privati non dipendono dalla buona gestione, ma sono garantiti.

Il caso Firenze e zona.
La gestione del servizio idrico e' affidata a Publiacqua, societa' al 60% dei Comuni fiorentini e al 40% della 'privata' Acea, societa' controllata dal Comune di Roma, a sua volta partecipata da un'azienda sotto il controllo dello Stato francese.
Il controllo dell'operato di Publiacqua e' affidato all'Aato 3, una sorta di consorzio a cui partecipano tutti i Comuni in cui opera Publiacqua. Quindi controlli solo di facciata, a comandare e' Publiacqua che detta la linea all'Aato.
Utili/rendite assicurati. Ad Acea, il socio 'privato' che ha investito 70 milioni di euro, e' garantita una remunerazione del 7% annuo, oltre al recupero dell'inflazione: i privati -finti o meno- sono in fila per investire il proprio capitale in ambiti del genere, altro che Bot, Borsa, etc... Tempo fa l'Aato ha deliberato una sopratariffa a carico degli utenti per complessivi 6,2 milioni di euro, la motivazione? Conguaglio sui ricavi: e' come se la Fiat, a seguito di una perdita di esercizio, potesse inviare a tutti gli acquirenti di Punto, Bravo e Panda una lettera in cui richiede un'integrazione di prezzo.

Cosi' diventera' tutta l'Italia con la nuova legge a cui il centrosinistra si e' opposto solo perche' non l'avevano proposta loro.
Se lo Stato non esce da questo conflitto di interessi non sara' mai in grado di garantire i cittadini/utenti che il suo controllo sia per il bene pubblico.
Inoltre la privatizzazione in se', quand'anche non vedesse la partecipazione azionaria dello Stato, non garantisce il cittadino utente. Se ad Arezzo -citta' portata ad esempio per la privatizzazione che ha fatto lievitare le tariffe con miglioramento della qualita' del servizio- l'utente non puo' scegliere un fornitore rispetto ad un altro (cosi' com'e' oggi), perche' mai la societa' 'Nuove Acque' dovrebbe abbassare le tariffe e migliorare ulteriormente la qualita' visto che gli manca lo stimolo della concorrenza e le basta solo mantenersi 'caldi' i politici locali?
Se non si passera' anche alla liberalizzazione, per il cittadino utente non cambiera' nulla. Cosi' come si e' fatto (ancora in parte) per telefonia ed energia, occorre che sia l'utente finale a determinare il mercato con la propria scelta, verso i piu' meritori per qualita' e prezzo.

A questo link alcuni esempi dei danni prodotti dal barocco sistema toscano

Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS