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CENSURA CINEMATOGRAFICA
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Comunicato 
3 marzo 1998 0:00
 

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

CENSURA CINEMATOGRAFICA DEL FILM DI CIPRI' E MARESCO.
PROIETTARLO ANCHE SE VIETATO:
ANZI, A MAGGIOR RAGIONE SE E' VIETATO.
BASTA CON LA TUTELA DELLA MORALE. SIAMO TUTTI ADULTI.

Firenze, 3 marzo 1998. La commissione censura del Dipartimento dello Spettacolo non ha dato il nulla osta per il film "Toto' che visse due volte" di Cipri' e Maresco. Il film e' stato giudicato blasfemo e perverso.
"Allora lo proietteremo pubblicamente noi". Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, e continua: "se il ricorso della casa produttrice non verra' preso in considerazione, e la sentenza verra' confermata, non vediamo altra soluzione. Gia' io personalmente feci altrettanto piu' di venti anni fa con il film di "Ultimo tango a Parigi" di Bertolucci -a cui fu ordinato di bruciare la pellicola originale- e dopo un po' il provvedimento rientro'.
Chiederemo alla casa produttrice di darci una copia per compiere questo gesto di civilta', e chiederemo in prestito una sala cinematografica. Intanto ci auguriamo che non si arrivi a compromessi con tagli della pellicola e della storia rispetto alla versione originale presentata al Panorama di Berlino.
La stessa esistenza di questa commissione presso il Dipartimento, e' un'offesa all'intelligenza degli utenti e dei cittadini. Ma chi si sente in grado di giudicare cosa sia blasfemo e perverso, al di la' della propria coscienza e del proprio sapere? Esiste, forse, una morale di Stato, e soprattutto esistono dei tutori di questa morale? Abbiamo l'impressione che siano gli stessi che vogliono regolamentare tutta la vita dei cittadini utenti e consumatori: con gli orari dei negozi, con i servizi di utilita' pubblica in mano ad un unico gestore monopolista o finto privatizzato, con l'obbligo della sanita' pubblica come della scuola pubblica. E' il mondo dei tutori della nostra intelligenza, confortati anche dal codice penale che concepisce l'esistenza del reato di oscenita'.
Sara' questa la volta buona, per mandarli a casa? O il compromesso tipico italiano
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