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COMMERCIO FOREVER
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Comunicato 
18 gennaio 1998 0:00
 

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

NUOVE NORME SUL COMMERCIO. NON ESISTONO SOLO I PRO E I CONTRO, MA ANCHE QUELLI CHE SMASCHERANO IL FINTO NUOVO, PERCHE' PER IL CONSUMATORE NON CAMBIERA' NULLA.

Firenze, 18 Gennaio 1998. Le nuove norme del ministro Bersani sul commercio stanno agitando il dibattito, dividendo le posizioni, com'e' prassi per qualunque cosa in questo Paese, in riformatori e conservatori, con una trasversalita' dei classici schieramenti destra/sinistra che, in genere, solo i referendum riescono a creare.
Cosi' Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc.
Abbiamo letto che i riformatori (individuati nelle forze di Governo, con qualche ribelle anche nell'altro fronte) plaudirebbero alle iniziative governative, mentre gli oppositori sarebbero i conservatori, alleandosi con le associazioni di categoria e Rifondazione Comunista.
E i consumatori? Si cita solo un'associazione che, ovviamente, e' partigiana delle posizioni di cui sopra (poco importa se pro o contro).
Sta succedendo quello che piu' volte ricorre in questi casi. Si parla di riforma delle Ferrovie? Tutti parlano sui ferrovieri e nessuno dei passeggeri. Si parla di riforma delle Poste? Tutti parlano degli impiegati, e nessuno degli utenti del disservizio. Si parla di riforma della scuola? Tutti parlano dei problemi relativi al corpo docente e non-docente, nessuno parla degli studenti.
Ed e' cosi' anche in questo caso. Il consumatore e' una suppellettile.
A maggior ragione se consideriamo che per il consumatore non cambiera' assolutamente nulla. Infatti nei piccoli negozi che saranno aperti senza licenza, i prezzi continueranno ad essere esosi come oggi, dove le licenze vengono pagate fior di milioni. Infatti nei piccoli negozi aperti senza licenza, saranno sempre vigenti le attuali norme sull'occupazione, sugli orari di lavoro, le varie Irap e mazzette fiscali: tutto quello, cioe', che impedisce ad un commercio di essere realmente libero e di avere come interlocutore il consumatore., senza dover caricare i prezzi di quegli orpelli che li fanno andare alle stelle.
Lo stesso valga per gli orari. Gia' oggi, con deroghe di vario tipo, si puo' trovare un negozio aperto tra le 7 e le 22. Il fatto che non sara' per deroga, per il consumatore, non cambia nulla, mentre cambierebbe se ogni negozio fosse libero di scegliere quando aprire nell'arco delle 24 ore.
Per le grandi superfici, infine, non cambia nulla lo stesso. Anzi. I controlli dell'Amministrazione saranno piu' ferrei di quelli odierni. E non e' escluso che la convenienza che il consumatore trova oggi in questi negozi, con la nuova normativa non possa essere compromessa: i costi di gestione di questi ultimi saranno sicuramente maggiori di quanto gia' non sia oggi. E chi paga in questi casi? Il consumatore. E' ovvio.
L'unica vera rivoluzione sarebbe assenza di licenze e di orari per tutte le categorie, con, invece, un rafforzamento dei controlli sui requisiti tecnici necessari all'esercizio per essere sicuro e funzionale.
Ma diqueste cose, le varie associazioni di categoria non si interessano, perche' per loro conta il profitto, non il servizio. Mentre per lo Stato conta il controllo e il
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