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Coronavirus e Poste italiane. Legittime le consegne senza firma del destinatario?
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Comunicato di Emmanuela Bertucci
7 marzo 2020 9:14
 
 A qualcuno sarà capitato oggi di ricevere una multa, una cartella esattoriale o una raccomandata con ricevuta di ritorno e di scoprire che d’ora in poi – e fino a nuovo ordine – il postino non ci farà più firmare gli avvisi di ricevimento per evitare il contatto fra persone. Quindi il postino citofona, annuncia che lascerà la posta in cassetta e al posto della firma scrive qualcosa del tipo “DPCM 4 marzo 2020”.

Già, all’epoca del coronavirus, come risolvere il problema del contatto fra postino e destinatario di raccomandate con ricevuta di ritorno, multe, cartelle esattoriali e atti giudiziari che necessitano di firma?

Poste italiane si è posta il problema e ha cercato di trovare una soluzione che però a nostro parere viola la legge. Sul sito di Poste italiane è stato infatti pubblicata una nota che annuncia che dal 6 marzo 2020 il recapito di raccomandate, pacchi e assicurate avverrà così:
- il portalettere mette in cassetta la busta;
- “informa” il destinatario;
- firma (il postino) l’avviso di ricevimento;
- spiega al destinatario che in alternativa può richiedere il rilascio dell’avviso di giacenza per poi ritirare la busta nell’ufficio postale.

L’avviso pubblicato sul sito richiama l’art. 21.1 della delibera Agcom sul servizio postale universale, che riguarda non solo l’invio di raccomandate, assicurate e pacchi a firma ma anche l’invio di atti giudiziari. Il postino che recapita un atto giudiziario è pubblico ufficiale e la sua attestazione sull’avvenuto recapito del plico fa prova fino a querela di falso. Per questo motivo deve identificare il destinatario del plico, o la diversa persona legittimata al ritiro del plico (il portiere, il parente convivente).

E al citofono il postino non può certo “identificare” il destinatario.

Se effettivamente la disposizione di Poste Italiane viene applicata a tutti gli atti indicati dall’art. 21.1, compresi gli atti giudiziari, si tratterebbe di una grave violazione di legge poiché chiederebbe ai postini (pubblici ufficiali) di attestare un “falso”. E comunque una disposizione aziendale di Poste italiane non può modificare la legge.
Identico problema si pone ovviamente anche per le “semplici” raccomandate con ricevuta di ritorno.
La questione non è di poco conto poiché invalida tutte le consegne di posta raccomandata e atti giudiziari da oggi fino alla cessata emergenza, rischiando di creare una valanga - nei prossimi mesi e anni – di contestazioni e contenzioso giudiziario sulla invalidità delle notifiche.
Chiediamo quindi a Poste italiane di sospendere le “nuove” modalità di consegna (anche fornendo ai postini l’indicazione di limitarsi a lasciare l’avviso di giacenza) fino all’emanazione di un apposito atto normativo e al Governo un intervento urgente che disciplini le misure da adottare finché non sarà cessata l’emergenza.
Abbiamo segnalato l’accaduto all’AGCOM, affinché emani una direttiva transitoria in attesa di un intervento del legislatore.
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