
Oggi, 20 novembre, si celebra la giornata mondiale dell’infanzia, per commemorare la Dichiarazione dei diritti del fanciullo che risale al 20 novembre 1959, cui ha fatto seguito, sempre il 20 novembre del 1989, la Convenzione dei diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite.
Tutte date molto recenti. E per iniziative che sono espressione di una nuova sensibilità.
Ma esprimono il reale e concreto rispetto dei diritti dei bambini?
La nostra Costituzione, ancor prima dei proclami internazionali, all’art. 31, nel Titolo II denominato
“Rapporti etico – sociali, sancisce”: La Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù.
Tutto questo in una parte del mondo che poco fa o riesce a fare. E ancor meno in quelle restanti e maggioritarie parti di mondo da dove arrivano immagini di bambini affamati, con le pance gonfie e gli occhi cisposi, o smarriti nelle macerie di case distrutte o in braccio a genitori disperati mutilati negli arti, sfigurati nei corpi da bombe che li hanno fatti saltare in aria; bambini che a mani nude raschiano la terra per recuperare le preziose sostanze che fanno funzionare i nostri dispositivi elettronici.
Tragedie le cui radici affondano anche nella parte del mondo che ha sottoscritto i riconoscimenti dei diritti dei fanciulli.
Sono immagini che ci accompagnano nei tg durante le nostre cene al confortevole caldo delle nostre case. Bambini dietro fili spinati con i piedini nel fango e nel gelo, bambini morti assiderati al confine del nostro giardino terrestre che è l’Europa.
Da noi, invece, ci sono i bambini abusati da
pedofili che troppo spesso hanno riscosso fiducia dai genitori, che siano preti, vescovi o educatori di comunità. Bambini
uccisi nelle tragedie familiari dall’egoismo dell’infelicità individuale. Bambini
strattonati tra genitori che in nome dell’affetto individuale non riconoscono quello dell’altro genitore.
Dunque,
i dieci diritti del bambino enunciati nelle convenzioni internazionali - a giocare, al cibo, avere una casa, alla salute, all’educazione, ad avere una famiglia, una nazionalità, all’uguaglianza... –
non sono rispettati?
Non lo sono, non sempre, non dappertutto e su tutto, come del resto per le persone adulte.
Abbiamo fallito? No, semplicemente
non abbiamo completato l’opera ed occorre ancora molto lavoro, ma è indubbio che la realizzazione di un principio non può che nascere dall’affermazione del principio stesso, quindi la partenza è quella giusta.
I bambini hanno diritti propri e specifici. Non possono difenderli da soli, dobbiamo pensarci noi adulti.
Solo
un invito, non diciamo e non scriviamo quello che troppe volte si legge anche nelle pubblicità progresso
“i bambini di oggi sono gli adulti di domani, il nostro futuro”.
No! Non rubiamo loro il presente. I bambini non valgono per il domani, anche perché molti bambini il domani non lo vedranno, essi valgono perché sono ora.
Buona giornata del bambino.
Qui un rapporto Unicef in materia
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA