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Antitrust e farmaci da banco. Bene, ma occorre levare l'obbligo del farmacista
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Editoriale di Donatella Poretti
15 agosto 2007 0:00
 
Anche l'Antitrust denuncia i limiti dell'impostazione "prudenziale" del ministero della Salute sul mercato dei farmaci da banco e senza obbligo di prescrizione medica. Forse e' la buona occasione che in materia si cominci a fare un po' di chiarezza e si vada oltre le logiche delle corporazioni, siano esse quelle dei farmacisti che della grande distribuzione organizzata, che' di fatto e' quella che si e' impossessata del nuovo mercato dei farmaci da banco. Pero' occorrerebbe andare oltre le timide "tirate d'orecchie" dell'Antitrust. Va bene che l'Autorita' se la prenda sul fatto che non si possono mettere insegne che segnalino la presenza dei "drug's corner" dei supermercati. Ma se ci si limita a questo e' poca cosa. Il salto dovrebbe essere la vendita dei farmaci da banco senza l'obbligo della presenza del farmacista, cosi' come ho gia' chiesto con una proposta di legge (1). Cosi' si aprirebbe il mercato e i farmacisti potrebbero svolgere un vero ruolo medico-scientifico, soprattutto se il Senato confermasse il voto della Camera per poter vendere fuori delle farmacie i medicinali con prescrizione medica, e soprattutto se fosse liberalizzato il mercato delle farmacie e non continuasse ad essere una attivita' trasmessa di padre in figlio. Sistemi per evitare che i farmacisti continuino a svolgere solo la funzione di "bottegai dell'analgesico", ce ne sono, occorre solo la volonta' politica di applicarli.

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