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Aumento prezzi alimentari. Solo la liberalizzazione potra' non farli aumentare e farli calare
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Editoriale di Vincenzo Donvito
1 settembre 2007 0:00
 
Il ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, butta acqua sul fuoco relativamente a possibili aumenti dei prodotti alimentari per l'incremento dei costi di prodotti agricoli come cereali e latte (per il grano duro si valuta una crescita del 20-25%). Se ci saranno -dice- si trattera' di pochi centesimi, e comunque il ministero mettera' in movimento tutti gli abituali controlli contro fenomeni speculativi: monitoraggio alla produzione e al consumo degli osservatori prezzi, nonche' i "tavoli" tra distribuzione, industria, cooperative e imprese agricole.
Quando leggiamo questi proclami ci domandiamo se chi li fa sia sulle nuvole o in malafede. L'ottimismo dell'azione, che e' caratteristica del nostro modo d'essere, ci porta a credere all'ipotesi "nuvolare", per cui ci domandiamo se il ministro si sia accorto cio' che e' successo nelle settimane scorse quando, al solo a annuncio di possibili aumenti, i prezzi del pane sono schizzati in alto. Con i vari osservatori forse lo sapremo nelle prossime settimane o forse non lo sapremo mai, perche' si sara' trattato di fiammate circoscritte in modo particolare, vista la stagione, alle localita' turistiche dove -si sa- i turisti sono sempre disponibili a spendere di piu'.
E sullo stato "nuvolare" del ministro De Castro arriva la conferma anche dai possibili rimedi da lui elencati. Cosa potrebbe fare nel momento in cui si fosse finalmente accorto che al panificio sotto casa il pane e' aumentato del 30-40%? Niente! E allora a che serve invocare questi osservatori come strumenti di intervento? A niente. Ma solo a far credere di far qualcosa che non e' quello che i consumatori vorrebbero, cioe' prezzi fermi o piu' bassi. Le informazioni degli osservatori sono utili, ma non hanno quella funzione taumaturgica che viene loro affidata. Lo stesso dicasi per i "tavoli" di concertazione con le categorie, perche' questi ultimi non hanno mai (e, del resto, non potrebbero) potuto impedire una speculazione di rialzo dei prezzi.
Il sistema per impedire che accada quanto sicuramente accadra' c'e', ma il nostro ministro non lo dice perche' si tratterebbe di rivoluzionare l'intero assetto di potere politico e amministrativo del nostro sistema economico. Nessuna rivoluzione, per carita', ma stiamo solo parlando di quanto ha rilevato l'Autorita' Antitrust sullo stato di attuazione della riforma Bersani da parte delle Regioni sulla liberalizzazione degli esercizi commerciali, quando dice che queste ultime "hanno adottato indirizzi per l'insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma" (1). Cioe' non c'e' mercato e concorrenza: una situazione tipica in cui i fenomeni e le fiammate speculative trovano fervido terreno e il consumatore e' l'unico soggetto che paga... anche per l'incapacita' di chi ci governa.
Ministro De Castro, noi glielo abbiamo ricordato... faccia lei!!


(1) paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentare IC28:
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