testata ADUC
Dopo le staminali del cordone ombelicale e la Ru486, ora tocca alla pillola del giorno dopo e al canone Rai?
Scarica e stampa il PDF
Editoriale di Vincenzo Donvito
1 marzo 2008 0:00
 
In questi giorni stiamo definendo una serie di punti di arrivo di alcune battaglie che, quasi in solitaria, avevamo iniziato alcuni anni fa.
Il decreto milleproproghe ha stabilito che le staminali del cordone ombelicale potranno essere conservate anche per se stessi (conservazione autologa) e in banche private convenzionate (1). Grazie al nostro Notiziario Cellule Staminali e all'on. Donatella Poretti, e' stato possibile far capire ai parlamentari l'importanza di cio' che proponevamo per modificare una legge assurda (la n..40 sulla procreazione assistita) e contraria a quanto gia' accadeva nella maggiorparte dei Paesi al mondo. Ma occorre vigilare ancora per una piena attuazione.
Il riconoscimento della pillola abortiva RU486 sta per divenire realta' e, volente o nolente il prossimo ministro della Salute, dovra' esserlo perche' ha cosi' stabilito la Comunita' Europea. Anche qui, in quattro gatti e alcuni temerari, abbiamo da anni informato sull'importanza dell'uso di questo farmaco con un apposito settore del nostro sito (2) e relativa petizione, grazie anche agli amici di alcune associazioni svizzere che ci hanno incoraggiato e documentato nei minimi particolari. Il problema non e' "aborto si'" o "aborto no" ma, considerato che la legge in Italia consente di interrompere la gravidanza, e' meglio farlo nel modo meno invasivo per la salute della donna. Anche qui occorre vigilare e seguire ancora per una piena introduzione del farmaco (3).
Sulla pillola del giorno dopo siamo ancora in alto mare, ma la possiilita' che possa essere venduta senza ricetta medica, e' un obiettivo urgente, proprio per evitare e limitare il numero di aborti (4).
Proprio in questi giorni e' esplosa la questione del canone/tassa sulla Rai, sul fatto che si e' venuto a sapere che si deve pagare anche per il possesso di un computer o di un videocitofono. Tutti lo sapevano (noi lo diciamo da mesi) e tutti erano piu' o meno rassegnati (tranne noi!!). I parlamentari, con il loro comportamento omissivo (quattro interrogazioni alla Camera dell'on Donatella Poretti e altri sono rimaste senza risposta), hanno consentito il perpetuarsi di questa strage di illogicita' e anacronismo. Strage talmente radicata nel meccanismo clientelare che porta con se' il carrozzone della Rai, che anche Corte Costituzionale e Autorita' garante preposte hanno avvallato uno status quo che ci vuol far credere che una tassa possa chiamarsi abbonamento o canone (ve l'immaginate se l'Ici fosse chiamata un abbonamento ai servizi comunali?).
Abbiamo documentato questa follia nell'apposito spazio sul nostr sito Internet (5). Lo abbiamo fatto da anni con dovizia di particolari e documentazione. Ora che la questione appare piu' chiara a molti, crediamo sia il caso di foraggiare il piu' possibile la petizione che abbiamo sul nostro sito, in cui chiediamo l'abolizione del canone, si' che il prossimo Parlamento ne tenga conto.

(1) clicca qui
(2) clicca qui
(3) clicca qui
(4) clicca qui
(5) clicca qui
Pubblicato in:
 
 
EDITORIALI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS