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 ITALIA - ITALIA - 30% non crede nei social come fonte di notizie. Agcom
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24 marzo 2025 15:33
 
 A partire dal 2023 la televisione non è più il principale mezzo d'informazione per gli italiani, venendo superata da internet: un italiano su due utilizza la Rete per informarsi, una tendenza confermata anche nel 2024. E' quanto emerge dai dati della prima edizione dell'Osservatorio sul sistema dell'informazione dell'Agcom. La riduzione è molto forte (-21%) rispetto al 2019 in cui era il mezzo di informazione largamente più utilizzato (67,4% della popolazione). Solo il 13,3% degli italiani risulta informarsi tramite la radio, in leggero calo rispetto agli anni passati. I quotidiani, nel loro formato cartaceo, proseguono nella dinamica di riduzione: poco più del 17% degli italiani dichiara di leggerli, solo il 6,6% dichiara di avere un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale e poco più del 14% manifesta la volontà di abbonarsi in futuro. Nonostante la riduzione nell'uso dei media tradizionali, circa un quarto dei cittadini dichiara di informarsi tramite le versioni digitali dei mezzi editoriali tradizionali. Il fattore generazionale riveste un ruolo fondamentale nel determinare le modalità di consumo dell'informazione.

Tra i più giovani è prevalente la propensione a utilizzare un solo mezzo per informarsi, solitamente internet. Tra le modalità attraverso cui i cittadini si informano, un ruolo significativo è svolto dal passaparola, utilizzato da un cittadino su dieci, a conferma dell'importante ruolo svolto dalle relazioni personali nella diffusione delle informazioni. Il 65,6% della popolazione dichiara di avere un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione; un terzo nutre alta fiducia. I mezzi tradizionali (televisione, radio e carta stampata) risultano le fonti informative in cui i cittadini ripongono maggiore fiducia. Segue il passaparola, nel quale il 35% circa della popolazione ripone alta fiducia. Minore è la fiducia nei mezzi digitali complessivamente considerati; in particolare circa il 30% della popolazione nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media, così come per quelli provenienti dalle piattaforme di condivisione di video. I giovani tra i 14 e i 24 anni mostrano una minore di fiducia nei confronti di almeno uno tra i mezzi di comunicazione. Con riferimento ai mezzi digitali, i più giovani e gli ultrasessantacinquenni (una persona su cinque) asseriscono di non aver alcuna fiducia nelle fonti informative online. 

Gli influencer sono considerati affidabili dal 2,2% della popolazione, percentuale che sale solo al 4,6% per la fascia di età tra i 14 e i 24 anni. Durante il periodo 2019-2024, i palinsesti dei telegiornali e dei programmi di approfondimento hanno dimostrato una grande elasticità di risposta agli eventi contingenti, come la pandemia e l'invasione dell'Ucraina. Ad esempio, durante la pandemia, l'offerta informativa sui temi medico-scientifici è aumentata significativamente. Nell'intervallo temporale analizzato, i tg hanno prodotto mediamente tra il 30% e il 35% dell'offerta informativa complessiva e i programmi extra tg tra il 65% e il 70%. Politica, esteri e cronaca sono gli argomenti più trattati sia dai tg, sia dai programmi extra tg, rappresentando i due terzi del tempo dedicato all'informazione. Il tempo dedicato agli esteri è aumentato notevolmente durante l'invasione dell'Ucraina e restando elevato anche negli anni successivi per la crisi in Medio Oriente. In considerazione dei differenti scopi informativi, il peso del tempo di argomento per i singoli temi differisce nei tg e nei programmi extra tg: argomenti come la politica e l'economia negli extra tg hanno un peso maggiore rispetto ai tg, mentre la cronaca, gli esteri e lo sport hanno un peso maggiore nei tg rispetto ai programmi extra tg.
(ITALPRESS)


 
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