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L'accanimento patologico di Eugenia Roccella contro la Ru486
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Articolo di Silvio Viale
21 giugno 2009 0:00
 
Silvio Viale, il ginecologo torinese che ha condotto lo studio clinico sulla RU486 all’Ospedale S.Anna di Torino ed esponente radicale, commenta le dichiarazioni di Eugenia Roccella, che sono indice di strema confusione e di accanimento patologico contro la RU486.

Come dovrebbe sapere un sottosegretario che si occupa della salute, le segnalazioni di eventi avversi non comportano un rapporto di causalità, e nell’elenco inviato dalla Exelgyn non vi è nulla di nuovo che non sia già stato affrontato. Del resto il sottosegretario fa anche un po’ di confusione tra il ruolo del Parlamento e quello AIFA, tra l’iter per la registrazione di un farmaco e la polemica politica; non è certamente ipotizzabile che si blocchi tutto quando ci sono delle interpellanze, poiché, se così fosse, il paese sarebbe continuamente paralizzato da interpellanze strumentali in Parlamento. Nei confronti della RU486 la Rocella sta mostrando un livore che non ha giustificazioni scientifiche, ma solo ideologiche, che se fosse impiegato nel controllo di altri farmaci, come ad esempio i facilitatori dell’erezione maschile (Viagra ed altri), potrebbe comportare il loro immediato ritiro dal commercio. Credo che sia proprio giunta l’ora che l’AIFA chiuda la pratica RU486 e si cessi di assecondare i capricci ideologici di Eugenia Roccella e il suo accanimento patologico contro la RU486.

Con il piglio dell’integralismo militante, Eugenia Roccella è convinta che l’OMS, l’EMEA (Agenzia Europea del Farmaco), la FDA (agenzia statunitense del farmaco), il RCOG (Royal college britannico dei ginecologi), l’ANAES (Agenzia francese della sanità) e via dicendo, siano tutti complici di un complotto del Population Council in combutta con la Exelgyn per diffondere la RU486 nel mondo e nascondere i dati. Questa potrebbe essere certamente la trama di un bel romanzo sul filone de “Il Codice Da Vinci” o di “Angeli e Demoni”, ma più concretamente è l’indice di un accanimento patologico che la attanaglia da alcuni anni. Io, che sono sereno, non temo un autonomo giudizio scientifico dell’AIFA, peraltro già espresso nel marzo del 2008, anche perché durante questi anni spesi in polemiche la RU486 si è dimostrata sempre più sicura, i dosaggi sono diminuiti, le indicazioni si sono estese e le sperimentazioni si sono allargate a altri campi della medicina. Negli USA si è superato il milione di aborti con la RU486 e una relazione della FDA al Senato Americano nell’agosto scorso (c’era ancora Bush!) ha escluso una relazione diretta tra la RU486 e i sei decessi segnalati.
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