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Amici a quattro zampe e povertà
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Articolo di Annapaola Laldi
18 febbraio 2019 17:58
 
Da tempo la povertà colpisce anche i nostri amici a quattro zampe. Se l’amico umano è (diventato) povero e non ce la fa più a sostenere le spese per curare e nutrire il proprio cane o gatto, anche per questi ultimi la vita si fa dura: alimentazione scadente, cure mediche, a cominciare dalle vaccinazioni, rarefatte o definitivamente cancellate. Da qui a una fine dolorosa per l’animale (e per il suo compagno umano che vi assiste senza poter fare niente) il passo è breve.
I veterinari sono i primi ad accorgersi di ciò, perché alcuni proprietari di animali da compagnia in difficoltà espongono la propria situazione, trovando, a volte una certa comprensione – ma, al di là della buona volontà dei medici, ci sono costi di farmaci e di interventi, sia pur necessari, che non possono essere azzerati.
E quando, come anche accade, è proprio il cibo quotidiano che uno non può più procurarsi neppure per sé?
 
Ne sa qualcosa l’anonimo proprietario di Sky, una cagnolona che somiglia a una pitbull, che l’ha lasciata davanti alla sede della Delaware Humane Association nella città di Wilmington, negli Stati Uniti. Col cuore spezzato, c’è da immaginarsi, visto il messaggio, che ha legato al collo della sua amica, un semplice foglio a righe vergato a mano, e che comincia così:
«Per favore, prendetevi cura di Sky. Ha sei anni ed è una cagna molto socievole. Non posso più prendermi cura di lei, non ho più una casa e non posso darle da mangiare”. E poi, per chiarire con chi l’avrebbe trovata il suo stato di salute, ha aggiunto: “Non è malata, ha solo tanta fame. Per favore, datele una casa”. Perché, in effetti, come si vede dalle fotografie sulla “Stampa”, al momento del suo ritrovamento, ai primi di gennaio di quest’anno, Sky sembrava uno scheletro e si sarebbe potuto ipotizzare che fosse malata.
Questa notizia ha avuto una discreta copertura sui media italiani. “La Stampa”, che ne fa il resoconto più esaustivo, ha raccolto le dichiarazioni del direttore dell’associazione, secondo il quale Sky pesava la metà del suo peso forma.
Non appena la notizia è circolata, molte sono state le persone che si sono dichiarate disponibili ad adottare questa quattro zampe, che, nonostante la sofferenza, risulta “dolce e amichevole”, ma l’associazione ha preferito attendere per verificare se non fosse possibile scoprire chi è il proprietario e comprendere se fosse possibile riunirli. Ma evidentemente questo tentativo non è andato a buon fine, se sul sito della Delawere Human Association  
Sky risulta ancora sotto la sua tutela. E siccome non è stata ancora sterilizzata, è stata data in affidamento sia per farle ritrovare il suo peso sia per conoscerla meglio: così si sa che è socievole con i bambini, ma non va d’accordo coi gatti.
 
Dopo aver letto l’inizio drammatico della storia di Sky, mi ha aperto il cuore un’altra notizia, tutta italiana, questa volta, che ha avuto pure una discreta copertura giornalistica nello stesso periodo della precedente (primi di gennaio di quest’anno).
Secondo “La Stampa”, che è stata la più esaustiva, Giovanni Barosini, che è assessore ai Lavori pubblici, ma si occupa anche del Welfare degli animali , ha lanciato un esperimento: i cittadini in difficoltà economica che hanno un animale domestico con problemi di salute (o anche semplicemente da sterilizzare), possono rivolgersi al Comune per essere aiutati a curarlo. Ci sono dei limiti: per ora la somma destinata a questo progetto raggiunge solo gli ottomila euro, e avranno diritto a un aiuto coloro che hanno un ISEE pari a poco più di 8100 euro, con l’estensione a ventimila nel caso di nuclei familiari numerosi.
L’assessore Barosini riconosce che la cifra messa a disposizione è piccola e ha un valore quasi simbolico, ma ha anche dichiarato che “ci interessa aprire un varco”. E, se l’iniziativa incontrasse il gradimento della gente, la cifra impegnata potrebbe crescere e, magari, potrebbe essere aperto un ambulatorio veterinario al giardino botanico “Dina Bellotti” .
Ricercando conferme in rete, a distanza di un mese dalla prima notizia, non sono riuscita a trovarne, ma spero tanto che l’idea dell’assessore Barosini possa concretizzarsi ad Alessandria, avere successo e fornire un esempio per altri Comuni italiani.
 
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