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XIX giornata del dialogo cristiano-islamico
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Articolo di Annapaola Laldi
27 ottobre 2020 7:48
 
 La XIX giornata del dialogo cristiano islamico cade quest’anno in un 27 ottobre appesantito dal recente assassinio, il 16 ottobre scorso, del professore francese Samuel Paty per mano di un fanatico islamista, il diciottenne ceceno Abdoullakh Anzorov, che risiedeva in Francia come rifugiato dal 2008, quando aveva 6 anni di età (vedi "Internazionale" del 23/10/2020), e pure dalle dichiarazioni del 26 ottobre del presidente turco Erdogan che ha attaccato violentemente il presidente Emmanuel Macron e la Francia intera dove, a suo dire, i musulmani sarebbero“soggetti a campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei in Europa prima della seconda guerra mondiale". 
Punti di vista, mi viene da dire, dato che le vittime, sempre francesi, sono massacrate con ferocia da fanatici che si autoproclamano seguaci per così dire "puri e duri" del Profeta.
Dunque, questo 27 ottobre porta un grande, serio impegno che deve essere tenuto presente da chi partecipa alla Giornata, perché mi sembra che debba scaturirne una decisa condanna dell’assassinio per motivi religiosi, e, insieme, una sottolineatura non convenzionale del messaggio di pace e di fraternità del Corano, nonché, ovviamente la conferma della necessità del dialogo sincero tra musulmani e cristiani.

Vengo dunque all’appello che convoca questa XIX giornata – 19 anni di incontri a partire proprio dall’ottobre 2001, all’indomani di quel tragico 11 settembre, in cui altri fanatici sedicenti islamici sacrificarono se stessi e centinaia di persone innocenti sugli aerei usati come missili e nelle Torri gemelle di Manhattan rase al suolo.
[una precisazione: chiamo “fanatici” questi sedicenti musulmani come chiamerei fanatici anche dei sedicenti cristiani che si arrogassero il diritto di giustiziare quelli che, dal loro punto di vista, calpestano il cristianesimo. Il punto sta proprio nell’arrogarsi il diritto di perseguitare e di dare la morte a chi pensa e si esprime in modo diverso da quello desiderato.]
 
L’appello del Comitato promotore, datato 24 luglio 2020, in cui si sollecita la partecipazioni di singoli amici e amiche della pace e del dialogo, delle comunità cristiane e musulmane, nonché di tutte le istituzioni democratiche a mobilitarsi per la riuscita di questa giornata, contiene delle valutazioni sul cammino già fatto e degli auspici per l’immediato futuro, che sono ben riassunti proprio nel titolo “Costruiamo una sola umanità!"

Vi si trova un elenco di “desiderata”, che qualunque persona intelligente e di buona volontà può sottoscrivere ma, appunto, come vediamo subito, è un elenco, i cui diversi punti devono trovare una realizzazione concreta in un incontro onesto e sincero tra i rappresentanti delle due religioni.
Penso che, se fosse messo in cantiere anche un solo punto e ne venisse fuori per questo 2020/21 un’opera comune ben visibile tra musulmani e cristiani, sarebbe già un grande risultato. Del resto alcune cose, come, per esempio, il no alla tortura e al carcere punitivo e non riabilitativo potrebbero trovare alleanze ben oltre il dialogo cristiano-islamico, e il lavoro nelle carceri tra i detenuti potrebbe essere un cemento forte tra cristiani e  musulmani. Lavorare insieme nel concreto vale di più di mille incontri.
Quindi, a mio avviso, l’intelligenza di chi partecipa a questa giornata di dialogo dovrà mirare a imbastire e portare avanti appunto un lavoro concreto in questo senso.
 
Faccio ora un excursus del documento fin dall’inizio, dove si osserva che
dopo 19 anni  siamo ancora a parlare di dialogo cristiano-islamico come se fosse la prima volta. Ma molto è cambiato”, perché questo cammino  è giudicato importante e positivo grazie a centinaia di iniziative che si sono svolte dal nord al sud del nostro Paese (di cui però non viene qui fornito alcun esempio).
E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di riscoprire l’umanità che tutti ci unisce. E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di impegnarci contro le guerre, la produzione delle armi e contro l’ingiustizia sociale che nega il lavoro, le cure mediche, distrugge l’ambiente e ogni spiritualità basata sul riconoscersi fratelli e sorelle con un’unica Madre Terra da amare e difendere”.
 
La pandemia del Covid 19, si osserva poi, ha dato un segnale a tutta l’umanità, facendoci capire che gli esseri umani non sono onnipotenti e che hanno “bisogno gli uni degli altri per costruire una vita degna di essere vissuta”..
Si afferma, quindi, la validità dell’articolo 3 della Costituzione italiana, che richiama la pari dignità sociale e l’uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini (e cittadine, ovviamente) “senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
 E subito dopo si passa al tema dell’uguaglianza effettiva tra uomini e donne, “nei diritti e nei doveri e nei ruoli di responsabilità, riconoscendo le differenze che ci arricchiscono”, seguita dalla necessità di rispettare l’ambiente, “subordinando l’economia alla qualità della vita delle creature” e dall’altra necessità di superare lo sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano, “stimolando pensieri di pace e di rispetto per ogni cultura e religione qualunque sia la loro diffusione”.
 
Un altro punto importante è il rifiuto assoluto della tortura, della pena di morte, il carcere come luogo di pena e non di riabilitazione.
E, di grande rilevanza, l’urgenza che “le religioni intraprendano percorsi di liberazione e di fraternità per persone, comunità e popoli e smettano di essere ‘instrumentum regni’”. Affermazione fatta alla luce di una frase del mistico musulmano Jalal alDin Rumi (XIII secolo): “Chi ama Dio non ha nessuna religione, a meno dello stesso Dio”, “che - si osserva - toglieva così ogni credito a qualsiasi conflitto basato su Dio”.
 
Qui di seguito, come annunciato prima, il documento integrale. Sarà interessante vedere nei giorni prossimi se troveremo in rete degli echi di questa giornata, che mi è parso giusto mettere in evidenza, perché tutto quello che mira alla comprensione reciproca di persone e gruppi diversi è, a mio avviso, estremamente importante. Se da questi incontri del 27 ottobre 2020 si rafforzeranno vincoli di amicizia tra singole persone e se ne creeranno di nuovi, già questo sarà una cosa positiva, fondamentale. Infatti, l’amicizia, proprio l’amicizia tra persone di diversa provenienza, cultura e religione è alla base di una società pacifica e operosa.
 
"Costruiamo una sola umanità! 
del Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
(Il dialogo cristiano-islamico nel tempo del covid, delle guerre, delle armi, dell’ingiustizia sociale: un impegno decisivo per curare le ferite di una società malata)
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 Dopo 19 anni siamo ancora a parlare di dialogo cristiano-islamico come fosse la prima volta. Ma molto è cambiato. Il nostro è stato un cammino importante e positivo. Il pensiero va ai tanti amici e amiche del dialogo che hanno costruito centinaia di iniziative dal nord al sud del paese, a chi non c’è più e a chi ha percorso con noi un pezzo di strada. E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di riscoprire l’umanità che tutti ci unisce. E come il primo giorno sentiamo forte il bisogno di impegnarci contro le guerre, la produzione delle armi e contro l’ingiustizia sociale che nega il lavoro, le cure mediche, distrugge l’ambiente e ogni spiritualità basata sul riconoscersi fratelli e sorelle con un’unica Madre Terra da amare e difendere.
La pandemia del Covid -19 è stato un segnale forte per tutta l’umanità. Ci ha detto con chiarezza che non siamo onnipotenti e che abbiamo bisogno gli uni degli altri per costruire una vita degna di essere vissuta. Occorre superare ogni discriminazione e affermare sempre che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”(art. 3 Costituzione).
Occorre sviluppare percorsi sociali nei quali donne e uomini siano effettivamente uguali nei diritti e nei doveri e nei ruoli di responsabilità, riconoscendo le differenze che ci arricchiscono.
Occorre mettere al primo posto il rispetto dell’ambiente subordinando l’economia alla qualità della vita delle creature. Occorre superare lo sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano, stimolando pensieri di pace e di rispetto per ogni cultura e religione qualunque sia la loro diffusione.
Occorre porre in primo piano il diritto inviolabile della persona umana, rifiutando la tortura, la pena di morte, il carcere come luogo di mera punizione, non di riabilitazione. Occorre che le religioni intraprendano percorsi di liberazione e di fraternità per persone, comunità e popoli e smettano di essere “instrumentum regni”.
«Chi ama Dio non ha nessuna religione, a meno dello stesso Dio», scriveva il mistico Jalâl alDîn Rûmî nel XIII secolo, togliendo credito a qualsiasi conflitto basato su Dio.
E perciò ispirati dal Vangelo e dal Corano, in continuità con tutti gli appelli fin qui redatti per la Giornata Ecumenica del dialogo cristiano-islamico, sollecitiamo di nuovo tutti gli amici e le amiche della pace e del dialogo, tutte le comunità cristiane e musulmane, tutte le istituzioni democratiche che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione, a mobilitarsi per la realizzazione di iniziative di dialogo in tutta Italia per il prossimo 27 ottobre 2020, proponendo come tema della diciannovesima giornata lo slogan “Costruiamo una sola umanità”.
Proponiamo infine di organizzare per il 27 ottobre un evento in rete nazionale nel quale ogni comunità aderente possa partecipare con un proprio messaggio da lasciare alle future generazioni.
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Roma, 24/7/2020
Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico"
 

 
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