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Aeroporto Firenze. Lilliput e il Gigante? ‘Pericoloso’. Decidere!
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 luglio 2017 9:07
 
 Che l’aeroporto di Firenze sia quello che in termini gentili si puo’ definire una “ciofeca”, lo sanno tutti e chi non lo sa ancora basta che si vada a fare un giretto nell’aerostazione nel quartiere di Peretola, lungo l’autostrada. Non ce ne vogliano i lavoratori e i gestori dell’aeroporto, ma e’ cosi’. E per capire meglio, da un punto di vista di praticabilita’ tecnica dei voli, basta andare in cima a Monte Morello, sotto i ripetitori vari, dov’e’ il ristorante, e fermarsi a guardare gli aerei che atterrano e decollano dalla strisciolina/pista; complice anche la distanza e l’altezza della prospettiva, come dice mia figlia adolescente, “sembra un gioco da tavolo, pericoloso”.
“Pericoloso” fino ad un certo punto, ovviamente, visto che i crismi tecnici per atterraggio e decollo sono rispettati. Da questo punto di vista, si puo’ anche alzare un sopracciglio, ma e’ ineccepibile. Diverso se “pericoloso” lo applichiamo all’utente del servizio, il passeggero. “Speriamo che vada bene”, e’ quanto ogni passeggero consapevole pensa quando si appresta a usare il servizio dell’Amerigo Vespucci. Perche’, per esempio, nei giorni scorsi sono rimaste a terra novecento valigie che, causa vento, i piloti hanno ritenuto opportuno non caricare per decollare in sicurezza… e siccome, l’utente e’ sempre l’ultimo anello (debole) di questo servizio, crediamo che non siano pochi, sparsi nel mondo, che stanno ancora aspettando di riceverli (1). Un episodio che si somma a tanti altri in cui -forte vento, nuvole basse, cattivo tempo- i voli sono stati deviati su Pisa o Bologna, con tutte le conseguenze disastrose per chi, dovendo partire, ha una coincidenza, in genere in qualche citta’ europea.
Certo c’e’ il progetto della pista parallela all’autostrada (in attesa della VIA, Valutazione Impatto Ambientale), ma ci sono anche dei comitati che la contestano perche’ sarebbe ambientalmente ed urbanisticamente troppo invasiva. Tempi, quindi, legati alla politica e imprevedibili.
La citta’ di Firenze e’ un Gigante (nella sua dimensione...) nel turismo, nella storia e nella cultura mondiale. E grazie a questo aeroporto e’ impedita nei suoi movimenti di base (economici, storici e culturali) come il gigante ne “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, legato al suolo dalla diffidenza istintiva degli abitanti dell’isola di Lilliput, che nel nostro caso sarebbe si’ diffidenza da parte dei comitati “anti”, ma soprattutto cialtroneria ed incapacita’ da parte dei politici.
Quindi, visto che riteniamo che la citta’ di Firenze debba avere un aeroporto all’altezza del necessario servizio di mobilita’ aerea, i casi sono due:
1 -si declassa l’Amerigo Vespucci, facendolo tornare ad aerodromo per i cosiddetti aerei da turismo, e si fa un collegamento su rotaia che in 30 minuti colleghi la stazione di Firenze all’aeroporto di Pisa, potenziando anche quest’ultimo visto il non indifferente impatto di passeggeri che avrebbe (non e’ una societa’ unica -Toscana Aeroporti spa- che gestisce i due aeroporti, e che dovrebbe rendere la cosa piu’ semplice?);
2 – si parta subito con la costruzione della nuova pista, si’ che dall’aeroporto di Peretola possano partire anche i voli diretti a New York, con qualunque situazione climatica. E’ solo questione politica, solo volonta’ politica; il resto -VIA inclusa- e’ solo burocrazia che -se abbiamo studiato bene l’educazione civica- dovrebbe essere solo funzionale al benessere civico.

1 – Corriere della Sera, cronaca di Firenze del 20/07/2017
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