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ESTENSIONE SCUOLA DELL'OBBLIGO
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Comunicato 
2 giugno 1998 0:00
 


COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

SCUOLA DELL'OBBLIGO A 16 ANNI
L'ESTENSIONE DELL'INEFFICIENZA
L'ADUC CHIEDE CHE LA PROPOSTA BERLINGUER NON SIA TRASFORMATA IN DECRETO, MA CHE SE NE DISCUTA BENE, IN PARLAMENTO: ESTENDERE L'OBBLIGO DI QUESTA SCUOLA SAREBBE SOLO L'ESTENSIONE DI UNA SCUOLA DA CUI OGGI SCAPPANO TUTTI, SOPRATTUTTO GLI UTENTI.

Firenze, 2 Giugno 1998. Il ministro Berlinguer chiede che la sua proposta di estendere l'obbligo scolastico a 16 anni divenga un decreto legge, in modo che gli studenti possano usufruirne gia' dal prossimo anno.
Chiediamo, invece, che il Parlamento ne discuta, anche in modo approfondito e con molta attenzione e poca partigianeria. E' il commento dell'Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, che cosi' continua: l'estensione dell'obbligo a 18 anni ci vede contrari, perche', concepire una riforma della scuola in termini quasi esclusivamente estensivi, significa chiudere gli occhi di fronte ad un sistema scolastico dove si impara a malapena a legge e a scrivere; significa dilatare cio' che gia' non funziona, e non porsi il problema di far funzionare cio' che c'e'. Certamente il ministro Berlinguer avra' da sistemare tanti insegnanti in esubero per la diminuzione della popolazione scolastica, ma potrebbe utilizzarli lo stesso migliorando il pessimo servizio che oggi viene fornito, con i programmi che non vengono mai portati a termine per mancanza di tempo e di strutture, evitando accuratamente di proporre la conoscenza del nostro secolo, in particolare la conoscenza storica della fine del trionfo del
le ideologie disastrose dell'Ottocento.
Capiamo anche che in questo modo diminuiranno drasticamente i disoccupati, nella fascia percentualmente piu' cospicua, che andranno a carico dello Stato e delle famiglie, ma non ci sembra motivo sufficiente.
Sembra quasi che il ministro Berlinguer ignori che la maggiorparte degli studenti vanno a scuola di malavoglia e non vedono l'ora di finirla. Forse il ministro crede nella storia che i giovani sono svogliati e fannulloni? Non sara', forse , che non ritengono interessante cio' che viene loro proposto? O forse i giovani non hanno capacita' di giudizio? Obbligare a scaldare i banchi per ascoltare cio' che non interessa e che viene proposto male, e' anche un po' sadico.
La questione e' molto delicata, e non puo 'essere affidata ad un decreto legge. C'e' bisogno di un ampio confronto, di tutte le posizioni, comprese quelle determinanti delle vittime della scuola, gli studenti. Per questo chiediamo con forza un dibattito parlamentare e non una procedura d'urgenza che ha solo l'aspetto di una procedura di
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