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FARMACIE
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Comunicato 
4 novembre 1998 0:00
 
VENDITA DI FARMACI CON LO STESSO PRINCIPIO ATTIVO.
PER L'ADUC E' MOLTO PERICOLOSO: IL MONOPOLIO DELLA DISTRIBUZIONE RENDE ARROGANTE E INAFFIDABILE LA CATEGORIA. STORIE VISSUTE.

Firenze, 4 Novembre 1998. La nuova convenzione nazionale tra farmacie e Servizio Sanitario Nazionale da' al farmacista la possibilita', qualora sia sprovvisto di un medicinale, di consegnarne un'altro di uguale composizione e forma farmaceutica e di pari indicazione terapeutica.
In proposito, in questi giorni, l'Aduc sta assistendo una consumatrice che ha vissuto una situazione molto sgradevole, e che raccontiamo perche' e' lo specchietto di una situazione tutt'altro che rosea, e che mette molti dubbi sulle capacita' dei farmacisti di informare e consigliare.
Il fatto e' accaduto in una farmacia di un centro commerciale della periferia fiorentina. La signora Giovanna, con la ricetta di un medico, ha chiesto una lozione per la pelle, ma la farmacia, sprovvista, gliene ha dato una simile, garantendo al 100% (frase letterale) lo stesso principio attivo. La signora, poco convinta, uscita dalla farmacia, rilegge le istruzioni e alimenta il suo dubbio: ritorna in farmacia, dopo una lunga attesa, la stessa dottoressa l'assicura. Tornata a casa, la nostra consumatrice ha buttato via la scatolina perche' in quel momento suo padre stava portando via la carta da riciclare. La sera, prima di usare la lozione, ha letto le istruzioni sul tubo ... ed erano il contrario di quanto dettole dal dermatologo. Non si e' messa la lozione, e il giorno dopo il medico le ha confermato che quel prodotto non faceva al caso suo, anzi. In farmacia, dove la signora Giovanna si e' recata con lo scontrino per cambiare la lozione, nonostante continuassero a dire che quel prodotto non esisteva, dopo una telefonata al grossista si sono ricreduti e le hanno detto che avrebbe dovuto pagarlo nuovamente perche' la lozione precedente era senza scatolina. Inoltre si sono rifiutati di fornire le generalita' della dottoressa, perche' "segreto professionale" (!). La signora Giovanna si e' rivolta all'Aduc, che ha chiesto alla farmacia il rimborso dei soldi, ed ha preannunciato un'azione giudiziaria.
Interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "l'episodio e' molto grave, in quanto messo in atto da una persona che riveste un compito professionale molto delicato, quello dell'informazione e della distribuzione dei prodotti farmaceutici, una persona, inoltre, che nasconde le sue responsabilita' dietro un presunto segreto professionale. E ci fa venire un forte dubbio: dovrebbero essere queste le persone che devono decidere qual'e' un farmaco alternativo da darci quando il loro negozio ne e' sfornito? A parte la storia (mai smentita) che i laureati in farmacia sono i figli dei farmacisti che devono condurre il negozio di famiglia, non possiamo esimerci dal dubbio, confortati anche dal fatto che l'arroganza dei distributori monopolisti di farmaci, e' tale per questa loro posizione di rendita; e per questo si sentono autorizzati a leggerezze che, comunque, se individuate, non comporterebbero la perdita della posizione di rendita. Se i farmacisti, come qualunque altro professionista, pagassero direttamente le loro incapacita', siamo sicuri che si darebbero da fare per migliorare. Ma oggi non e' cosi', anzi: il loro attaccamento al monopolio della distribuzione dei farmaci da banco e' un'impostazione bottegaia che gioca tutta a svantaggio della credibilita' della loro professionalita'.
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