La Russia di Putin
ha chiuso i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria che non hanno, alla scadenza, pagato in rubli. In una conferenza stampa stamane, il portavoce del Cremlino: "Appena si avvicinerà la scadenza del pagamento, se alcuni consumatori si rifiutano di pagare con il nuovo sistema, il decreto presidenziale sarà, ovviamente, applicato" (*). La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "l'annuncio di Gazprom che sta interrompendo unilateralmente la consegna del gas ai clienti in Europa è l'ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto" (*).
La situazione si fa più “incandescente” di quanto si prevedeva. Vedremo nelle prossime ore e giorni se, al di là del braccio di ferro politico, siamo in presenza di violazione di contratti e, soprattutto, se la rivendicazione di non tener fede agli impegni possa avere un qualche valore giuridico tra Paesi che ufficialmente non sono in guerra tra di loro.
I consumatori qui sono di due tipi: i Paesi Ue che comprano all’ingrosso per poi distribuire sul proprio territorio, i consumatori finali che comprano dal proprio gestore.
E’ evidente che, come cittadini e consumatori, i secondi non sono al momento in grado di condizionare né chi compra all’ingrosso per loro e neanche i russi che vendono.
Non solo. Visto il lievitare dei prezzi che comunque era partito ad ottobre dell’anno scorso e che al momento non si è ancora aggravato per la guerra, al di là dei provvedimenti del Governo già presi e quelli ulteriori prossimi che hanno ridotto molto il peso degli aumenti…
i consumatori finali hanno impossibilità di interloquire col loro diretto referente (autorità italiana ed Ue).
Questi ultimi hanno paventato diversi provvedimenti perché tutti si consumi meno, alcune amministrazioni locali hanno già imposto la riduzione dei consumi tramite caldaie e condizionatori. Ma stiamo parlando di piccoli provvedimenti, più simbolici e coinvolgenti che altro. Il problema determinante è che, visto quanto accaduto oggi a Polonia e Bulgaria, sarà difficile, nel breve periodo, scongiurare altrettanto.
Certo, finalmente si fa chiarezza e il palese finanziamento miliardario che stiamo dando alla Russia che invade e ammazza in Ucraina (ben presto Moldavia…), dovrebbe venir loro meno.
Ma al di là che la Russia regga senza i nostri soldi, e al di là della nostra soddisfazione di non finanziare, rimane un dato di fatto: a parte l’esaurimento delle scorte che abbiamo, a parte l’attivazione di nuovi fornitori e nuove fonti (non dietro l’angolo, e siamo un Paese di 60 milioni di abitanti, non la Lituania, con abitanti pari ad una nostra grande città),
E’ ALTAMENTE PROBABILE CHE RESTEREMO A BREVE SENZA GAS E, VISTO COME LO UTILIZZIAMO, ANCHE SENZA ELETTRICITA’.
Se siamo consapevoli di questo,
è bene muoversi subito individualmente. Abbiamo presente quando il gestore dell’acquedotto ci avvisa che per un tot di tempo non ci sarà servizio e corriamo a comprare secchi, serbatoi, etc e li riempiamo? Bene, il concetto è lo stesso, anche se la pratica è un po’ più articolata e richiede più applicazione ed ingegno.
Vista anche la buona stagione e la minore necessità di gas e un clima che facilita qualunque attività, è il caso – individualmente o a livello di condominio o gruppi ad hoc – di cominciare ad informarsi, fare preventivi, organizzarsi e fare partire lavori. Le opzioni sono molteplici e adattabili a diverse situazioni: la pratica base è che deve essere energia prodotta da altre fonti che non siano gas (soprattutto) ed elettricità. Produzione con impianti di diverso tipo, dalle stufe domestiche ai pannelli solari e turbine eoliche. La cosa importante è che, specialmente per sole e vento, essere consapevoli di doversi confrontare con amministrazioni che probabilmente non saranno all’altezza di urgenza e necessità, dovendo in questo caso farsi supportare dalla politica locale e non solo.
* Agi
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