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Inflazione ed energia. I pericoli da affrontare come una nuova emergenza covid
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Comunicato di Redazione
15 dicembre 2021 15:03
 
I dati Istat diffusi oggi sui prezzi al consumo non hanno potuto fare altro che confermare di essere in aumento: lieve a livello mensile (0,6%), preoccupanti a livello annuale (3,7%) (1). Conferma dovuta al fatto che la componente energetica ha continuato a fare la parte del leone (30,7%)… e che non avrebbe potuto continuare altrimenti, visto che i provvedimenti del governo in materia (in essere e in divenire) sono dei semplici tamponi (2). E non potrebbero essere altrimenti visto che l’Italia è direttamente tagliata fuori da ogni trattativa geopolitica per cercare qualche rimedio con un po’ di respiro (3).

E anche oggi i responsabili esecutivi e legislativi delle nostre istituzioni continuano a girare intorno al problema. Si va da coloro che chiedono più stanziamenti per i tamponi (attualmente 8,8 miliardi e si parla di ulteriori 3) a chi perora l’alternativa delle cosiddette energie pulite (su cui grossomodo il nostro Paese è già indirizzato, anche se lentamente), fino ai più temerari che, senza dirci come e perché, auspicano il passaggio al cosiddetto nucleare di nuova generazione.

Caratteristica dominante: avulsi dal contesto di quella immediatezza che ci viene sbattuta in faccia dai dati Istat.

Certo, qualunque idea/progetto che possa essere considerato non avulso non si potrebbe mai realizzare per far fronte ai costi che stiamo cominciando a subire in queste settimane, e che dovrebbero diventare drammatici nel 2022. Ma almeno qualcosa di tangibile, percepibile nell’immediato e che già nel quotidiano ci faccia collaborare ed intuire che si sta gestendo l’emergenza…. NO. Niente del genere.
E quindi?
Ci teniamo l’inflazione che cresce e le bollette che crescono e i soldi che il governo pesca dal cilindro del mago… e che prima o poi ci renderemo conto dove e come vengono levati da altri luoghi fondamentali per la vita pubblica?

Non abbiamo una ricetta e ribadiamo la nostra fiducia nelle potenziali capacità della diplomazia europea, essenzialmente verso la Russia e il suo gasdotto attualmente bloccato.

Ma una indicazione di metodo che ci viene da questi due anni di emergenza covid potrebbe essere considerata.

Cosa è successo col covid? Che dall’inizio nessuno ci credeva più di tanto (la lontana Wuhan in Cina…), per cui siamo stati tra i Paesi (Europa e mondo cosiddetto occidentale) più colpiti e più disorganizzati. Poi (grazie essenzialmente all’Unione Europea) abbiamo meglio razionalizzato, ci siamo organizzati (istituzioni e singoli cittadini), ed ora stiamo affrontando l’emergenza con dovizia, diventati anche un esempio a livello mondiale.

Non c’è oggi una nuova emergenza, anche se non è nell’aria che respiriamo e negli abbracci che diamo ai nostri cari? Non è l’energia motore di tutte le nostre attività? Per cui, pur se siamo in ritardo, sarebbe opportuno agire così come si è fatto col covid: singoli e istituzioni mobilitati per far fronte al quotidiano, con grande riferimento alle capacità geopolitiche della Commissione Ue, ma guardando con attenzione e scrupolosità al nostro ombelico.

Insomma, a quando un generale Figliuolo alla bisogna e la mobilitazione di tutti, istituzioni e cittadini, con misure da rispettare pena doversi cuocere gli spaghetti nell’acqua fredda?


NOTE
1 - https://www.aduc.it/notizia/prezzi+al+consumo+sempre+crescita+istat_138404.php
2 - https://www.aduc.it/comunicato/bollette+energetiche+sempre+piu+lontana+luce+alla_33665.php
3 – direttamente tagliata fuori, ma non indirettamente, in quanto parte attiva della Commissione Ue.
 
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