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LIBERALIZZAZIONE ORARI DEI NEGOZI. BLOCCARE I VETI DELLE REGIONI. IL CASO LOMBARDIA CHE SFASCIA L'ECONOMIA
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Comunicato 
24 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 24 Dicembre 2007. La legge Bersani sulla liberalizzazione degli esercizi commerciali (114/1998) ha un grande avversario: le Regioni. Gia' a suo tempo l'on Donatella Poretti e gli altri deputati radicali della Rosa nel pugno, dietro nostra sollecitazione, hanno presentato un'interrogazione al ministro per chiedere lumi sui veti posti dalle Regioni (1), ma la risposta non e' ancora stata data.
Nel frattempo continua il massacro di legalita' da parte delle Regioni, che privilegiano gli interessi corporativi a quelli dei consumatori e della concorrenza in un libero mercato. E' in questo senso la recente legge regionale sul commercio della Lombardia: questo e' l'ultimo anno che i negozi potranno restare aperti il 25 e il 26 dicembre e non se ne parla anche per il 1 gennaio, Pasqua, 25 aprile, 1 maggio e 15 agosto.
La legge Bersani e' molto esplicita, tant'e' che una recente indagine dell'Autorita' Antitrust ha messo il dito nella piaga: le Regioni violano la legge (2)!! Regioni e relaitvi assessorati alle attivita' produttive, al commercio, all'industria, al turismo, etc.. abitualmente si stracciano le vesti per tutta una serie di problemi che sono il frutto della non liberalizzazione: calo dei consumi, calo della produzione, calo delle nuova imprese e crisi delle esistenti, inquinamento ed intasamento urbano da orari troppo ridotti di fruibilita' dei servizi commerciali e conseguenti aumenti di costi per consumatori ed amministrazioni. Insomma tutti aspetti negativi che indicherebbero come logica la liberalizzazione. La logica pero', probabilmente alberga altrove: la "ragion di Stato" deve essere esercitata, altrimenti le amministrazioni non potrebbero genuflettere i commercianti e i consumatori al loro potere discrezionale e tenerli sempre sotto la mannaia del ricatto.
Ora e' la volta della Regione di Roberto Formigoni, liberista a go-go che, in questo caso, cura solo gli interessi delle corporazioni dei commercianti gia' resi mansueti. Fino a quando il ministro dello Sviluppo Economico tollerera' questo corporativismo sfascista della nostra economia?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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(2) Paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentare IC28: "hanno adottato indirizzi per l'insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma".
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