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Comunicato 
25 agosto 1999 0:00
 
TAXI: PIU' CONCORRENZA, PIU' QUALITA' E PREZZI MIGLIORI PER GLI UTENTI
SCONFIGGERE L'OLIGOPOLIO DELLE CORPORAZIONI DEI TAXISTI E L'INTRECCIO DI POTERE CON L'AMMINISTRAZIONE.

Firenze, 25 Agosto 1999. Piu' taxi a Firenze? Subito insorge la corporazione oligopolista dei taxisti, inventandosi un servizio soddisfacente che e' tale solo nelle sue tasche.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito
Una faccenda marcia e brutta, questa dei taxi e di una corporazione asserragliata sui suoi privilegi: incurante di adeguarsi alle richieste di un'utenza che, definire in molti casi esasperata, e' limitarsi nel linguaggio per buona educazione.
Sempre in prima fila contro ogni forma di liberalizzazione, le corporazioni dei taxisti fiorentini (e non solo), che hanno costituito un cartello blindato contro ogni forma di concorrenza, si distinguono per costi alti e senza scelta: avra' pure un significato il fatto che tutti i prezzi sono uguali fra di loro, sia che si scelga un'azienda "pinco" o la cooperativa "pallo"? E quello che le corporazioni dei taxisti chiamano "prezzi uniformati a garanzia per gli utenti" non e' altro che un cartello oligopolista che impedisce qualunque nuova offerta basata sulla scelta degli utenti per qualita' e convenienza.
Ci vogliono far credere che il problema delle difficolta' nelle ore di punta e' risolvibile con una migliore flessibilita' dell'orario di lavoro, ma e' quanto ci raccontano da anni e che mai hanno realizzato, e i bivacchi di tassisti nelle ore morte si alternano ad altrettanti bivacchi di utenti nelle ore di punta. Quindi, c'e' qualcosa che non funziona. Soprattutto in quello che ci propongono periodicamente.
Mediamente un taxista, con mezzo miliardo di lire, acquista -al mercato nero, quindi esentasse- una licenza il cui valore legale e di qualche centinaia di migliaia di lire; in qualche modo, quindi, deve rifarsi di questo esborso, e lo fa pagare ad utenti che, di fatto, diventano finanziatori di attivita' illegali. Ogni volta che si parla di come prende forma l'avvio del mestiere di taxista, le corporazioni non negano e non assentono, ma si indispettiscono molto e fanno finta di nulla, perche' rimangono nudi, al pari di qualunque altro lavoratore che, in questo finto mercato, deve districarsi tra legale e illegale per cercare di sopravvivere. Ma cosi' non puo' continuare, perche' il circolo da vizioso si e' gia' trasformato in infernale: occorre spezzare il filo omertoso che hanno stabilito con un'amministrazione comunale che, bene informata di questa condizione illegale, fa finta di ignorarla ma la usa per governare la situazione e ribadire il suo potere di veto e di vita sul trasporto pubblico privato.
Per noi c'e' solo una soluzione: la liberalizzazione. Il resto e' fumo negli occhi e adeguamento del pre-esistente ai nuovi modi del vecchio potere economico.
Liberalizzazione significa piu' taxi, piu' qualita' e prezzi piu' bassi per utenti che, in base alle loro scelte, acquisirebbero quella funzione di indirizzo di mercato che oggi e'

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