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Ryanair. Ridere o piangere?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 settembre 2017 12:57
 
 Interrogazione da parte di venti parlamentari del partito di maggioranza che e’ al governo, uno dei vicepresidenti del Senato (Maurizio Gasparri) che chiede l’esclusione del vettore irlandese dalle offerte per Alitalia perche’ indegno (per vari -suoi, senza titolo- motivi), la “mitica” associazione Codacons che presenta denuncia in procura per frode in commercio, titoli di prima pagina, inchieste… chi manca? Forse papa Bergoglio che inviti alla concordia o, magari, una nota del nostro presidente del consiglio dei ministri nel suo intervento in sede di Assemblea generale dell’Onu a New York….
Non sappiamo se ridere o piangere. Ridere perche’ sembra di essere in un film di Ridolini o Mel Brooks del secolo scorso o, meglio, in una deriva mediatica e filmografica costruita per scimmiottare la fantapolitica e la fantaeconomia. Piangere perche’ siamo cittadini di questo Stato, contribuenti ed attori di questa economia, nonche’ viaggiatori e attenti ai diritti di utenti e consumatori (anche, e soprattutto, contro chi li strumentalizza e ne fa molla per presunte fortune politiche).
E’ questa l’Italia? Sembra proprio di si’. Quella che, per esempio, tra i Paesi Ocse segna il maggiore incremento di calo di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica… e vorremmo vedere, dopo performance come queste, domandarsi a che serve esprimere il proprio consenso, e’ il minimo.
Grazie a tutti. Noi inclusi, che da giorni non smettiamo di fare i tromboni di un realismo economico liberista che scivola e rimbalza sui muri di gomma unti dai rutti del presunto buonsenso di molti rappresentanti delle istituzioni.
Difendiamo Ryanair? Come difenderemmo i diritti di chiunque fosse incriminato per presumibilmente aver commesso il piu’ efferato delitto. Soprattutto il diritto a non essere “massacrato” dai media, come una sorta di sentenza ante-litteram tipico delle campagne mediatiche di chi crede di aver individuato il colpevole di tutti i mali, inclusi i propri fantasmi.
Non vorremmo che, stante cosi’ le cose, la low cost irlandese (e non solo) decidesse che il nostro mercato non sia tanto attrattivo e remunerativo e ridimensionasse il proprio investimento economico. Del resto, non sarebbe la prima volta che aziende non-italiane, prima di investire nel nostro mercato ci pensino e ripensino (e spesso rinunciano) proprio per come funzionano i nostri meccanismi di garanzia (istituzionale e non): giustizia, amministrazione e sistema mediatico in primis.
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