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SCIOPERI. SINDACATI E UTENTI
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Comunicato 
11 novembre 1998 0:00
 

LE RAGIONI, I TORTI E CHI PAGA: UN CAOS PREVISTO E VOLONTARIAMENTE PROVOCATO. SANZIONARE IL SEGRETARIO DELLA CGIL.

Firenze, 11 Novembre 1998. "Gli scioperi sbagliati vanno colpiti con sanzioni". Cosi' si e' espresso il segretario della Cgil Sergio Cofferati, a commento della drammatica situazione dei trasporti in questi giorni.
"Chi semina vento, raccoglie tempesta", e' il commento dell'Aduc per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito. "La posizione del segretario della Cgil e' di quelle da brividi sulla schiena, che' fa venire in mente regimi in cui i sindacati sono solo i pastori di un gregge proprieta' di un dittatore o di una burocrazia dittatoriale. Il giudizio di sbagliato o meno, in uno sciopero, non puo' essere affidato alla legge, ma ai risultati che si ottengono. E' evidente che occorre garantire servizi minimi e fondamentali quando sono coinvolti settori della sicurezza, ma da qui al divieto ci passa il mare, o, meglio, la differenza fra un regime autoritario e uno democratico.
Gli scioperi di questi giorni sono tutti figli del segretario della Cgil e dei suoi partner confederali, che, seguendo la logica di Cofferati, dovrebbero essere sanzionati. Domandiamo: chi ha usato esclusivamente l'arma dello sciopero per far valere i propri diritti, bloccando aziende e servizi, e facendo pagare le proprie rivendicazioni a tutta la comunita'? Sarebbe riduttivo dire solo gli Spartacus o Masaniello del momento, perche' costoro sono schegge di quelle grandi masse di lavoratori che, col turismo sindacale confederale a spese dei contribuenti, hanno invaso questa o quella citta' in quegli scioperi che il segretario della Cgil chiama giusti.
La situazione e' decisamente insostenibile per gli utenti, che' sono ostaggi di questa o quella categoria, spesso non potendo ripiegare su altro perche' i servizi bloccati sono erogati in regime di monopolio. Ma riteniamo che da questa situazione non si esca con la politica del muso duro, o , peggio, del bastone e della carota. Anzi, crediamo che potra' solo peggiorare la situazione. Se la corporazione dei taxisti crede che la propria vita sia legata ad una tariffa fissa o variabile, se i ferrovieri hanno paura di perdere il posto in un'azienda straripante di forza lavoro inutile, lasciamoglielo credere, dopo un po' faranno male solo a se' stessi oppure l'avranno vinta continuando a fare male all'economia e, di conseguenza, a se' stessi; ma facciamo che lo capiscano sulla loro pelle, e non solo su quella degli utenti oppure con il manganello. Crediamo che per gli utenti, in questa situazione, sia meglio sapere che non c'e' un treno o un taxi, che non continuare a prendere taxi che non si trovano mai e a prezzi assurdi, o treni dove partenza e arrivo sono peggio di un gioco del lotto. Crediamo che ognuno debba essere chiamato alle sue responsabilita' di fronte a chi fornisce un servizio, e non solo di fronte ad uno Stato paterno che e'
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