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Editoriale. Quando mangiare diventa un’ideologia e la si vuole imporre
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
28 maggio 2023 16:44
 
 
Quando mangiare diventa un’ideologia e la si vuole imporre. Sembra essere la politica del governo, che vede schierati in prima fila il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e quello degli Esteri Antonio Tajani, nonché l’associazione di agricoltori Coldiretti. Il punto di partenza sono state le etichette alimentari maggiormente in uso in Unione Europea e che il governo sta cercando di bloccare, in questo caso con alleati dentro e fuori lo stesso governo nazionale. Nutriscore, le etichette che classificano i prodotti per l’equilibrio dei contenuti per la salute usando i colori, vengono definite un attentato alla salute e all’informazione del consumatore… quando è vero, invece, proprio il contrario, visto che l’alternativa proposta (Nutriforme battery) prevede solo elenco e quantità dei componenti senza una valutazione complessiva sulla salubrità dei prodotti. Tutto nasce perché alcuni prodotti tipici del made in Italy non verrebbero valutati al massimo della salubrità e sarebbe quindi scalfito il dogma del made in Italy buono a prescindere. dogma dietro il quale è implicita la difesa delle aziende italiane, costi quel che costi.

Poi ci sono le etichette sugli alcolici (vino incluso) che l’Irlanda ha deciso di apporre con avvertenze per un uso moderato (2). Qui il fronte italiano di opposizione si è esteso anche ad altri 8 Paesi dell'Unione, tre dei quali (Francia e Spagna insieme ad Italia) producono il 47% del vino mondiale, tutti preoccupati per l’impatto sulle proprie produzioni nazionali.

A margine di questo c’è da registrare il divieto in Italia, con tanto di legge, per la produzione della carne coltivata, da aggiungere alla derisione e allerta continua contro le farine da insetti.

In questo contesto le ideologie e la politica si inseriscono a giustificazione e rafforzamento delle loro posizioni.

Il top si è manifestato l’altro giorno, col ministro degli Esteri che ha definito illiberale la decisione irlandese di etichette sugli alcolici ed ha declamato di vuol essere libero di mangiare quel che vuole, che la dieta mediterranea fa bene e non la vuole imporre a nessuno (1).

Noi non ci siamo mai posti il problema se mangiare sano o meno fosse una scelta liberale, ma crediamo sia poco liberale vietare e imporre, come fa il nostro ministro, i divieti per le etichette anche in Irlanda ed ha vietato la carne coltivata nel nostro Paese.

Una preoccupazione finale. Il metodo sembra che sia quello di intorbidire l’informazione, dicendo tutto e il suo perfetto contrario, sì da non far comprendere la ratio delle questioni e sì che i consumatori valutino solo rispetto a slogan generici quanto imprecisi (“il made in Italy è buono a prescindere”),  scegliendo più per presunta fede che per razionalità.

Metodo che al momento sembra vincente perché, bloccando una serie di iter legislativi europei e facendo cagnara per cercare noi italiani di vietare una legge irlandese, il risultato è il consenso di cosiddetta pancia, produttivo per conservare il potere oggi ma suicida ed omicida per qualunque futuro.


1 - «Sono liberale, credo nel libero mercato e a volte ci sono decisioni che contrastano con i fondamenti dell'Ue. Per esempio, bloccare il vino italiano, vuol dire bloccare lo sviluppo del mercato, sbaglia la Commissione Ue a fare una valutazione positiva della decisione presa dall'Irlanda» sull'etichettatura del vino come per le sigarette. «È decisione che va contro il libero mercato». Lo ha detto Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e vice premier, durante l’incontro “L'export dell'Italia, il motore del Paese” nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. In Europa, «a volte c'è una posizione oltranzista contro la dieta mediterranea: il nutriscore è un tentativo di colpirla e credo ci siano anche degli interessi economici dietro», ha continuato Tajani, aggiungendo che «vogliamo essere liberi di mangiare ciò che ci piace senza essere invasi da altri prodotti. Saremo fermi, continueremo a combattere per difendere la dieta mediterranea che dal punto di vista della salute fa bene. Siamo strenui difensori della dieta mediterranea, non la vogliamo imporre a nessuno ma non possono dirci che il vino fa male». (Radiocor/IlSole24Ore)

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