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 USA - USA - Usa. Idhao Gem: il primo mulo clonato
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29 maggio 2003 20:38
 
Si chiama Idhao Gem ed e' il primo mulo fotocopia, oltre che il primo equino mai clonato e la prima copia di un animale altrimenti sterile. Annunciata sulla rivista Science, la clonazione del mulo rappresenta il primo successo ottenuto in una specie considerata tra le piu' difficili da clonare.
Una delle maggiori speranze dei ricercatori e' che dalla clonazione del primo equino possa derivare un nuovo modello animale per comprendere meglio i meccanismi che scatenano i tumori nell'uomo.
Idhao Gem e' una femmina di 25 giorni, e' in buona salute e deve il suo nome al fatto di essere nata nell'universita' statunitense dell'Idaho, ad opera del gruppo diretto dall'esperto di Scienze animali e veterinarie Gordon Woods. Nell'esperimento, annunciato in una conferenza stampa negli Stati Uniti, sono stati impiantati 305 ovociti in altrettante madri surrogate. "Abbiamo ottenuto 19 gravidanze; il primo piccolo e' nato e altre due gravidanze sono in stato avanzato", ha detto Woods.
Negli ovociti, precedentemente privati del loro nucleo, erano state introdotte cellule fetali. Subito dopo il trasferimento nucleare, gli ovociti cosi' modificati sono stati immediatamente trasferiti in utero, senza attendere la formazione dell'embrione in provetta.
Idaho Gem e' anche il primo clone di un animale ibrido ed e' la copia perfetta di un campione di proprieta' di un uomo d'affari dell'Idaho. Con i loro 63 cromosomi, i muli sono infatti il frutto dell'incrocio tra un asino (il cui patrimonio genetico ha 62 cromosomi) con una cavalla (64 cromosomi). Finora ottenere ogni specie equina in laboratorio era considerato un sogno dai ricercatori, ma a mettere gli studiosi sulla buona strada e' stata innanzitutto l'osservazione che il processo riproduttivo degli equini richiede grandi concentrazioni di calcio. Di conseguenza, il gruppo di Woods ha deciso di immergere sia gli ovociti sia gli embrioni clonati in un ambiente ricco di calcio. Prima di utilizzare questa tecnica, i ricercatori avevano lavorato per tre anni consecutivi, dal 1998 al 2000, senza ottenere alcun risultato di rilievo. Adesso le concentrazioni di calcio sembrano essere la chiave non solo per clonare gli equini, ma per mettere a confronto la biologia cellulare di equini e uomini, allo scopo di comprendere meglio l'origine dei tumori. Woods e' infatti convinto che il metabolismo cellulare degli equini, cosi' lento se confrontato con quello degli uomini, possa giocare un ruolo di primo piano nella comprensione dei meccanismi che influenzano la crescita e lo sviluppo delle cellule. Per lavorare in questa direzione, ha gia' fondato un'azienda, chiamata Cancer2.
Nell'esperimento di clonazione del mulo sono state utilizzate cellule fetali, ha osservato il "padre" del toro Galileo, Cesare Galli, del Laboratorio di tecnologie della riproduzione del Consorzio per l'incremento zootecnico di Cremona. "Ed e' noto che utilizzando le cellule fetali anziche' quelle somatiche si ottengono le rese piu' alte, come si e' visto nei bovini e nelle pecore". Un altro limite dell'esperimento americano, secondo Galli, e' negli alti costi in termini di salute animale. "L'esperimento e' stato fatto tutto in vivo", ha osservato, riferendosi al fatto che gli ovociti sono stati trasferiti in utero immediatamente dopo il trasferimento nucleare, senza attendere che si formasse l'embrione. "Questa e' una tecnica molto cruda e non accettabile in Europa, dove si sono sviluppare tecniche di fecondazione in vitro piu' raffinate e piu' accettabili in termini di salute animale".
Lascia piu' spazio all'ottimismo il commento di Pasqualino Loi, "padre" del muflone Ombretta e ora docente nell'universita' di Teramo. "L'esperimento -ha detto Loi- imostra la fattibilita' del trasferimento nucleare in una specie, come quella equina, nella quale si erano avuti finora numerosi fallimenti". Inoltre l'arrivo di questo risultato torna a vivacizzare il settore delle ricerche sulla clonazione in cui "negli ultimi tempi si stava verificando una ritirata in massa, e dove invece c'e' ancora tanto da fare. Siamo appena agli inizi".
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