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Aduc – Osservatorio Firenze. Degrado e turismo. I panini da mettersi in tasca… Che fare?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
2 settembre 2018 11:36
 
 Proprio così, i panini da mettersi in tasca… è questa la politica dell’amministrazione del Comune di Firenze per affrontare uno dei problemi che attanagliano la nostra città, il degrado da overdose di turismo.
Infatti dal 3 settembre sarà attiva l’ordinanza che impedisce di consumare per strada il cibo comprato in via de’ Neri e strade limitrofe, e chi si azzarderà verrà multato. Questa strada alle spalle di Palazzo Vecchio è stata rinominata Borg’Unto, con un pindarico riferimento al cibo non sano che il termine “unto” richiama. Eppure, un bel panino alla finocchiona… ma questo è un altro discorso. L’ordinanza di per sé, a nostro modesto avviso, è da incompetenti e tipica di chi vuole lavarsi la coscienza prendendo provvedimenti che di facciata sembrano risolutivi, ma che nella pratica sono solo più pericolosi della precedente situazione di mancanza di disposizioni.
Dove dovrebbero andare a consumare -i turisti che hanno visto, e capito, i cartelli di preannunciate multe salate- i panini e le pizzette che comprano in quelle strade? Secondo l’ordinanza dovrebbero andare al giardino di villa Demidoff di lungarno Serristori o al giardino Martin Lutero di lungarno Torrigiani. Ma dove vivono i nostri amministratori per pensare una cosa del genere? Ve l’immaginate una persona che si compra un panino o una pizzetta, se la mette in tasca (si fa per dire estremizzando…) e poi si sposta in uno di questi luoghi per mangiarselo? Suvvia, è proprio il contrario del motivo per cui si acquista un cibo del genere…. mangiato lì per lì e via… Cosa succederà quindi? Qualche multa esemplare con tanto di articoli e interviste sulla stampa locale, sì da mostrare il lato maschio dei nostri tutori dell’ordine e dell’amministrazione comunale, e poi nulla. A meno che al Comune non siano non solo incapaci per aver emesso una simile ordinanza, ma anche pazzi, perché una cosa del genere, vista l’importanza di Firenze nel mondo come meta turistica, come minimo rimbalzerà su tutte le cronache mondiali, considerandoci fra le righe come dei perfetti imbecilli.
Noi siamo convinti che l’amministrazione fiorentina voglia il bene della città, facendo aumentare il turismo, rendendolo più consapevole, più amico della città e dell’ambiente, che vogliamo fornire a questo turismo maggiori incentivi per crescere… ma, purtroppo, ci stanno solo mostrando di essere incapaci. Di lavorare solo alla costruzione di un alibi di facciata e di aggravare le situazioni già difficili che esistono… quanti, nel nostro aso di Borg’Unto, invece di “migrare” ai giardini consigliati (e meno noti ai più) consumeranno, per esempio, in piazza Signoria?
In che mani continuiamo a stare… sono anni, decenni, che si dice che questi problemi esistono e che vanno affrontati con degli investimenti e non con dei divieti e basta. Ma non accade nulla. Sembra che i soldi da investire non vengano valutati nel classico meccanismo di dare-avere, ma solo come una suppellettile inutile.
Ipotesi. Noi peroriamo, per esempio, la costruzione di almeno una cinquantina di bagni pubblici gratis (con controlli stretti e continui per igiene e pulizia), funzionali per chi poi -con esecrazione pubblica che si rinnova puntualmente anche con inutili multe salate- non si sia costretti a pisciare per strada o a mangiarsi del cibo con le mani sporche. E accanto a questi bagni pubblici delle piccole e diffuse aree di sosta attrezzate per riposarsi e consumare il proprio cibo -dal punto di vista estetico ed architettonico le soluzioni sono tante e anche molto gentili. E’ probabile che qualche commerciante ottuso protesterà perché non venderà più una bottiglia d’acqua o un caffè per consentire l’uso dei propri servizi igienici, ma questo vale di più della soddisfazione dei turisti e dell’immagine “friendly” che Firenze ne gioverebbe in giro per il mondo? Non è invece proprio il caso di fare investimenti in questo ambito?
Altrimenti, per non esplodere l’amministrazione dovrà adottare l’unico provvedimento possibile in un contesto in cui si usano solo i divieti (che apparentemente sono senza costi pubblici): vietare la vendita di cibo da asporto in tutte queste strade oggi soggette all’ordinanza, che un domani non potrà che riguardare come minimo tutto il centro storico. Divieto che è molto probabile che non verrà mai preso, con una sola conseguenza: la moltiplicazione dei problemi attuali.
Crediamo che occorra una mentalità imprenditoriale, semplice ma decisa, per attuare ciò che noi auspichiamo. Pensare, cioé, che l’economia legata al turismo non sia solo una rendita di posizione o con qualche investimento di promozione pubblicitaria. Ma una scelta a tutto tondo, dove il dare-avere sia una conseguenza dei propri investimenti, considerando tutti i momenti di questo processo economico, e non solo quello promozionale.
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