In Russia sono aumentati i casi di contraffazione di burro e altri prodotti lattiero caseari in seguito all’aumento dei prezzi che si è verificato nell’ultimo anno. In particolare, quasi il 25% di tutto il burro, il cui prezzo nel 2024 è aumentato del 55%, venduto nel Paese lo scorso anno era contraffatto, come fa sapere il quotidiano Helsinki Times riportando i dati dell’agenzia per la sicurezza alimentare Rosselkhoznadzor.
Secondo le rilevazioni, i prodotti contraffatti contengono, oltre a latte e derivati, anche grassi di origine non lattiera, amidi, bicarbonato di sodio, additivi, e transglutaminasi, altrimenti nota come ‘colla di carne’. Le referenze in questione – burro, per lo più, ma anche formaggio, fiocchi di latte, latte in polvere e panna acida – vengono acquistate dalle maggiori catene della distribuzione russa in tutto il Paese: Diksi, Magnit, O’KEY, Verny, e Svetofor. I produttori sono locati in almeno dieci regioni, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Saratov e Kursk.
L’Helsinki Times riporta che le associazioni di consumatori hanno fatto sapere che le frodi alimentari sono legate alla pressione sui prezzi: i rivenditori chiedono una diminuzione dei prezzi all’ingrosso, spingendo così i produttori a tagliare i costi optando per materie prime di scarsa qualità. Inoltre, nonostante esistano sistemi di tracciamento ed etichettatura dei prodotti alimentari, la loro applicazione è ridotta.
Non è la prima volta che si verifica questo fenomeno: secondo il Moscow Times, già nel 2015, in seguito all’aumento dei prezzi in Russia dovuto al blocco delle importazioni dai paesi occidentali, si era verificato un incremento dei casi di contraffazione di prodotti lattiero caseari.
(Alimentando.info)
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