Due candidati sindaco sono stati assassinati lo stesso giorno in Messico, teatro di una forte ondata di violenza politica che il governo dice di voler fermare prima delle elezioni previste per giugno.
Yuriel Gonzalez, candidato sindaco di Nuevo Casas Grandes per il PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale), un comune nello stato di Chihuahua, è stato ucciso giovedì sera.
È avvenuto poche ore dopo la morte in circostanze simili di un altro candidato sindaco del PRI, Jose Melquiades Vazquez, ucciso a colpi d'arma da fuoco nello stato di Veracruz, noto per la violenza dei cartelli rivali.
Decine di politici sono stati assassinati negli ultimi sei mesi in Messico in vista delle elezioni parlamentari e regionali di giugno, essenzialmente dai cartelli di narcos.
"La criminalità organizzata sta cercando di influenzare il corso di queste elezioni", ha detto giovedì il ministro della Sicurezza Rosa Islandanda Rodriguez.
Aveva denunciato 73 casi di violenza politica, inclusi 64 omicidi, principalmente negli stati di Guerrero, Oaxaca (sud), Veracruz (est), Baja California (nord), Jalisco (ovest), Guanajuato e Morelos (centro).
"Ci sforziamo di fermare questi crimini di fronte a queste organizzazioni criminali che cercano (...) di aumentare la loro influenza politica", ha continuato il ministro durante la conferenza stampa mattutina del presidente Andres Manuel Lopez Obrador.

Circa 94 milioni di messicani sono chiamati a eleggere 500 deputati alla camera bassa federale, 15 dei 32 governatori, deputati a 30 congressi statali e migliaia di sindaci e altri funzionari locali.
Secondo la società di consulenza Etellekt, 153 politici sono stati assassinati durante la campagna elettorale del 2018, di cui 48 erano candidati a cariche elettive.
Il governo ha sottolineato che il 90% di questi crimini rimane impunito. Dal dicembre 2006, quando il governo ha lanciato la guerra contro la droga, il Messico ha registrato più di 300.000 morti violente, secondo i dati ufficiali.

(da un lancio della France Press - AFP)
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