Ottanta morti nella prima settimana dell'anno, 24 solo lo scorso week end. Il 2018 si apre nel segno della violenza in Messico, dove il 2017 aveva già registrato cifre record in materia di omicidi, con circa 30 mila casi, 5 mila di più di quelli perpetrati nell'anno precedente. Dieci dei 32 stati messicani sono già stati segnati quest'anno da uccisioni attribuibili al crimine organizzato, con in prima fila Chihuahua (Nord) e Guerrero (Sud), scenario di sanguinarie faide fra cartelli narco, ma anche la Baja California (Nordovest), che fino a poco tempo fa era una oasi di pace apprezzato dai turisti, è stata contagiata dalla violenza più brutale. Durante lo scorso week end, il bollettino di guerra è stato particolarmente pesante. Nello stato di Guerrero, 11 persone sono state uccise domenica in due scontri a fuoco, e la fra le vittime si contano almeno un minorenne e cinque poliziotti di La Concepcion, nei dintorni di Acapulco, l'ex capitale turistica del paese sul Pacifico, ora diventata capitale degli omicidi. Sabato scorso, 7 presunti criminali sono stati abbattuti da unità della Marina Militare in una sparatoria a San José del Cabo, un'altra nota località turistica, all'estremo meridionale della Baja California Sur. A Colima, più a sud nella costa pacifica, 6 persone sono morte e almeno altre 3 ferite quando un gruppo di uomini fortemente armati ha fatto irruzione nel quartiere di San Ignacio de Tecoman, sparando all'impazzata.