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 U.E. - U.E. - Copyright. Parlamento europeo approva nuova direttiva
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12 settembre 2018 15:50
 
 Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, lo ha definito un "Far West" e ora è proprio l'emiciclo di Strasburgo a dettare nuove regole sul copyright digitale. Il mandato negoziale del Parlamento per i colloqui con i ministri dell'Unione europea sulla riforma sul diritto d'autore è stato approvato oggi, con 438 voti a favore, 226 contro e 39 astensioni. Rispetto alla proposta della commissione Affari giuridici presentata a giugno ci sono alcune modifiche, che mirano a garantire che i creativi - in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti - siano remunerati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News. "Sono molto lieto che, nonostante il forte lobbying dei giganti di Internet, la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sia ora a favore della necessità di tutelare il principio di una retribuzione equa per i creativi europei -ha dichiarato al termine del voto il relatore Axel Voss (PPE, DE) - Il dibattito su questa direttiva è stato molto acceso e credo che il Parlamento abbia ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse. Abbiamo quindi affrontato le preoccupazioni sollevate in merito all'innovazione escludendo dal campo di applicazione i piccoli e microaggregatori o piattaforme. Sono convinto che, una volta che le acque si saranno calmate, Internet sarà libera come lo è oggi, i creatori e i giornalisti guadagneranno una parte più equa degli introiti generati dalle loro opere, e ci chiederemo per quale motivo tutto questo clamore". Soddisfazione anche per il presidente Tajani: "La direttiva sul diritto d'autore è una vittoria per tutti i cittadini. Oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale". L'opposizione più dura tra gli europarlamentari italiani era stata portata avanti dal Movimento 5 Stelle, soprattutto per gli articoli 11 e 13 della direttiva (la cosiddetta "tassa sul link" e il "filtro" per il caricamento di materiale protetto da copyright): "E' una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini - ha dichiarato l'eurodeputata M5S Isabella Adinolfi - Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Il testo approvato oggi dall'aula di Strasburgo contiene l'odiosa link tax e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso. Ha vinto il partito del bavaglio".
La posizione del Parlamento rafforza la proposta della Commissione europea in materia di responsabilità delle piattaforme e degli aggregatori riguardo le violazioni del diritto d'autore. Questo vale anche per i cosiddetti "snippet", dove viene visualizzata solo una piccola parte del testo di un editore di notizie. In pratica, tale responsabilità imporrebbe a tali soggetti di remunerare chi detiene i diritti sul materiale, protetto da copyright, che mettono a disposizione. Il testo richiede inoltre espressamente che siano i giornalisti stessi, e non solo le loro case editrici, a beneficiare della remunerazione derivante da tale obbligo di responsabilità. Allo stesso tempo, nel tentativo di incoraggiare le start-up e l'innovazione, il testo esclude esplicitamente dalla legislazione le piccole e micro imprese del web. I deputati hanno introdotto nuove disposizioni che hanno lo scopo di non ostacolare ingiustamente la libertà di espressione che caratterizza Internet. Pertanto, la semplice condivisione di collegamenti ipertestuali (hyperlink) agli articoli, insieme a "parole individuali" come descrizione, sarà libera dai vincoli del copyright. Qualsiasi misura adottata dalle piattaforme per verificare che i contenuti caricati non violino le norme sul diritto d'autore dovrebbe essere concepita in modo da evitare che colpisca anche le opere che non violano il copyright. Le stesse piattaforme dovranno inoltre istituire dei meccanismi rapidi di reclamo (gestiti dal personale della piattaforma e non da algoritmi) che consentano di presentare ricorsi contro una ingiusta eliminazione di un contenuto.
Il testo specifica che il caricamento di contenuti su enciclopedie online che non hanno fini commerciali, come Wikipedia, o su piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dall'obbligo di rispettare le nuove regole sul copyright. Il testo del Parlamento rafforza inoltre la posizione negoziale di autori e artisti consentendo loro di "esigere" una remunerazione supplementare da chi sfrutta le loro opere, nel caso il compenso corrisposto originariamente è considerato "sproporzionatamente" basso rispetto ai benefici che ne derivano. Tali benefici dovrebbero includere le cosiddette "entrate indirette". Le misure approvate consentirebbero inoltre agli autori e agli artisti di revocare o porre fine all'esclusività di una licenza di sfruttamento dell'opera, se si ritiene che la parte titolare dei diritti di sfruttamento non stia esercitando tale diritto. 
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