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 U.E. - U.E. - Smog urbano. Respirato dai turisti estivi
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Notizia 
17 agosto 2018 15:13
 
Se il turismo balneare segna un cedimento in Italia e un po’ in tutta Europa, altrettanto non fa quello delle città d’arte, prese d’assalto da centinaia di migliaia di turisti, ma una nuova ricerca della ONG Transport & Environment (T&E) di Bruxelles dimostra che una visita di 4 giorni nelle maggiori città d’Europa equivale a fumare diverse sigarette. Nel caso di Londra, per esempio, che riceve ogni anno almeno 19 milioni di visitatori stranieri, trascorrere 4 giorni in città può avere effetti sulla salute simili a quelli di quasi tre sigarette. A Istanbul o Praga è anche peggio: si finirebbe per fumare quattro sigarette. Per quanto riguarda le città italiane: 4 giorni a Milano equivalgono a fumare 3 sigarette, a Roma 2, come a Parigi
L’analisi si basa sulla metodologia di Berkeley Earth per convertire i livelli dell’inquinamento atmosferico più nocivo, il particolato (PM2.5), in un numero equivalente di sigarette fumate. Una sigaretta al giorno equivale all’incirca a un livello di PM2,5 di 22 ?g/m3.
Per capire  l’impatto sulla salute nelle 10 città europee più famose d’Europa (comprese Milano e Roma) T & E ha raccolto i dati da varie fonti  e sottolinea che «sebbene i dati mensili siano facili da trovare, questa è la prima volta che i numeri del turismo e i dati sulla qualità dell’aria sono stati messi insieme in tempo reale per dare ai vacanzieri un punto di vista sul rischio che affrontano quest’estate.
Jens Müller, coordinatore di T & E per la qualità dell’aria e il diesel , sottolinea che «quando l’inquinamento atmosferico è nocivo, ci viene detto di evitare di mangiare o fare attività fisica all’aperto. Ma passeggiare per le città e mangiare sulle terrazze dei ristoranti è ciò che ci invitano a fare le città. In quei momenti, in termini di impatti sulla salute, i turisti, compresi i bambini, sono più o meno costretti a fumare».
Secondo uno studio pubblicato pochi giorni fa, anche piccole quantità di inquinamento atmosferico possono danneggiare i nostri cuori e l’inquinamento potrebbe essere molto peggiore di quanto riconosciuto ufficialmente. Questo perché, denuncia T & E, le amministrazioni locali spesso posizionano le centraline di monitoraggio in modo da dare risultati non veritieri, mettendole nei parchi, in strade con poco traffico o addirittura tenendole spente. Per questi tipi di comportamento, la Commissione europea sta avviando una procedura di infrazione contro Romania e Belgio e gruppi di cittadini si stanno organizzando per fare monitoraggi autonomi dai quali emerge quasi sempre che la qualità dell’aria è di solito molto peggiore dei dati ufficiali in Italia, Germania, Bulgaria de Belgio e intanto Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Ungheria e Romania dovranno pagare multe salatissime per le continue violazioni degli standard di inquinamento atmosferico dell’Unione europea.
Secondo la ricerca T & E, «I boss del turismo dovrebbero prenderne nota. L’inquinamento atmosferico è la seconda preoccupazione ambientale per gli europei e gli studi suggeriscono che i turisti stanno evitando Hong Kong a causa dell’aria cattiva».
L’estate è il periodo con più turisti in città come Londra e Barcellona e Müller evidenzia che «Ii capi della città devono fare i conti con l’inquinamento atmosferico o rischiare un contraccolpo turistico. Le auto sono la peggiore causa dell’inquinamento atmosferico nelle città durante l’estate. Alle case automobilistiche che imbrogliano dovrebbe essere data una scadenza per ripulire veramente il casino che hanno creato. Se falliscono, le auto inquinanti dovrebbero essere rapidamente bandite dalle città per proteggere i residenti».
Anche durante i mesi estivi, le auto sono la principale fonte di particolato nelle città E T & E denuncia ancora: «Le case automobilistiche violano costantemente le leggi sull’efficienza del carburante producendo veicoli più inquinanti di quanto dovrebbero essere. L’industria sostiene che i moderni diesel sono puliti, ma i controlli rivelano che ciò è falso, con la maggior parte che emette fino a 18 volte il limite legale di inquinamento per NO2. Di conseguenza, città come Parigi, Londra, Amburgo e Milano hanno iniziato a limitare i diesel.
(Greenreport del 17/08/2018)
 
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