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 ITALIA - ITALIA - Spaccio droghe. Ministro Interno: carcere anche per piccole quantità
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20 febbraio 2020 7:24
 
 "Carcere anche per spaccio modica quantità" Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha presieduto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza in Prefettura ad Ancona. Così il ministro in conferenza stampa: "Ho predisposto una norma per superare l'attuale disposizione dell'art. 73 comma cinque che non prevede l'arresto immediato per i casi di spaccio di droga. Abbiamo fatto un tavolo di lavoro con il ministero della giustizia e abbiamo trovato una soluzione che convince sia noi che la giustizia, dando la possibilità di arrestare immediatamente con la custodia in carcere coloro che si macchiano di questo reato. E' stato rilevato il fatto che arrestare, senza custodia in carcere, e il giorno dopo vedere nello stesso angolo di strada lo spacciatore preso il giorno prima, incide anche sulla demotivazione del personale di polizia che tanto si impegna su questo versante e vede la propria attivita' essere posta nel nulla quando il giorno dopo li ritroviamo nello stesso posto".

“Ci risiamo – commenta amaro Stefano Vecchio, Presidente di Forum Droghe – il Governo con i suoi Ministri dell’Interno Lamorgese e della Giustizia Bonafede vogliono intervenire sulla legge sulle droghe con un solo obiettivo: mandare in carcere i piccoli spacciatori. Come se il carcere non fosse già pieno di spacciatori, per lo più piccoli, che rappresentano il 35% dei detenuti in Italia come dimostrato dal Libro Bianco sulle droghe. Ma il tema non è se ci siano troppi o pochi spacciatori in carcere; il punto di cui anche questo Governo non vuole prendere atto, è che nonostante si continuino ad arrestare, condannare e incarcerare spacciatori il mercato nero delle droghe è più florido che mai. Non sono bastati 30 anni di fallimentare repressione sulle droghe per attestare l’incapacità di affrontare il fenomeno con il codice penale? E’ necessario, al contrario, un cambio di rotta radicale nelle politiche sulle droghe centrato sul governo sociale del fenomeno e sulla prospettiva della Riduzione del Danno. Per questo Forum Droghe si ritroverà a fine mese insieme ad una larga fetta di Società Civile a Milano per una Conferenza nazionale sulle droghe. Autoconvocata perchè da quasi 11 anni i Governi succedutisi sono stati talmente interessati al tema da non procedere all’obbligo di legge del confronto triennale con operatori, privato sociale e Società Civile. Una conferenza che è aperta e per questo invitiamo i Ministri a venire a venire confrontarsi il 28 e 29 febbraio a Milano con la viva realtà e le proposte concrete.”
Per Hassan Bassi, segretario di Forum Droghe “E’ ora di smetterla con questo continuo richiamo al carcere quando si parla di droghe: non serve più carcere, serve un diverso approccio ai consumi di sostanze psicoattive e al mercato che ne consegue. Nel percorso della conferenza nazionale autoconvocata le organizzazioni della Società Civile italiana hanno organizzato numerosi laboratori che hanno dimostrato come l’approccio penale sia inutile e dannoso, e come invece lavorando sulla reale prevenzione (che non sono i cani nelle scuole) e la Riduzione del Danno e dei Rischi si possa intervenire come maggiore efficacia limitando i danni e le sofferenze. Proprio domani avremo due eventi a Roma, promossi da CNCA e ITARDD, che porranno in primo piano proprio questi temi. La proposta della Ministra colpirebbe solo la parte più debole del mercato delle sostanze, anzi spesso dei semplici consumatori che operano nel piccolo spaccio per garantirsi sostanze per uso personale. E sopratutto un esercito di emarginati che trovano nel piccolo spaccio l’unico mezzo per il proprio sostentamento. Impegnare le forze dell’ ordine e riempire le carceri di piccoli spacciatori impedisce interventi ben più importanti contro i grandi signori delle mafie del narcotraffico. Uno spreco di inchiostro e di risorse inutile.”
“Proprio sullo spaccio di lieve entità – interviene infine Leonardo Fiorentini, Direttore di Fuoriluogo –  sono iniziate alla Camera le audizioni su 2 progetti di legge antitetici di modifica del comma 5 dell’articolo 73 del DPR 309/90. Da una parte quello che moltiplica le pene  voluto dall’ex Ministro della Paura, ovvero uno squallido esempio di populismo penale della Lega. Dall’altra il Disegno di Legge presentato da Riccardo Magi ed altri deputati. E’ necessario infatti come azione minima di inversione di rotta, fare un esercizio di mera intelligenza legislativa, portando la distinzione fra le diverse sostanze anche sulla lieve entità, proprio per dividere il mercato delle droghe più pericolose da quello della cannabis, e dando un supporto normativo all’indicazione della Corte di Cassazione rispetto alla non punibilità della coltivazione di canapa ad uso personale. Essendo questa la sostanza più consumata e normalizzata oggi rappresenta nel nostro paese l’80% dei consumi, l’80% dei sequestri, l’80% delle segnalazioni ai Prefetti e circa il 50% delle denunce penali. Un’enormità di peso per il sistema repressivo, penale e penitenziario e per le persone che usano cannabis. Partiamo da qui.”
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